Esiste un concetto scientifico che permette di comprendere perché i comportamenti umani si massificano e provocano impoverimento culturale: l’isomorfismo

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In algebra – parte della matematica che studia le strutture algebriche e le relative relazioni -, c’è un concetto fondamentale chiamato isomorfismo (dal greco isos, uguale, e morfé, forma, cioè uguale forma). Nel linguaggio comune due oggetti si dicono isomorfi quando sono indistinguibili per la loro struttura. Nel linguaggio algebrico l’isomorfismo corrisponde a due strutture algebriche, cioè a due insiemi che hanno lo stesso numero e tipo di operazioni (ad es. addizione, moltiplicazione, ecc.) e questo si verifica quando tra le due strutture la corrispondenza è biunivoca. Usando, ad esempio, la tavola pitagorica di moltiplicazione dei segni positivo + e negativo –, e quella di addizione dei numeri pari P e numeri dispari D,

+ per + = +   P + P = P
+ per =   P + D = D
per + =   D + P = D
per = +   D + D = P

si scopre che le due tavole sono la stessa cosa, in quanto la differenza tra queste due tavole è soltanto una differenza di nomi degli oggetti  (+,– in una e P,D nell’altra) e delle operazioni (moltiplicazione nella prima e addizione nella seconda). Insomma, tra le due tavole basta un cambiamento di nome che esiste una corrispondenza biunivoca. I seguenti esempi pratici, in vari ambiti, risulteranno utili per la comprensione del concetto:

a)Una pallina densa di gomma e una pallina densa di Politene sono entrambe palline dense: anche se sono fatte di materiale diverso, le loro strutture geometriche sono isomorfe.

b)Un normale mazzo di 40 carte da gioco siciliane e un normale mazzo di 40 carte da gioco piacentine: anche se le figure sono differenti, i mazzi hanno la stessa struttura, cioè sono isomorfi, e le regole di gioco sono identiche indipendentemente dal mazzo che si utilizza.

In mineralogia si ha isomorfismo quando due o più sostanze aventi composizione chimica simile cristallizzano nello stesso sistema in forme analoghe, come ad esempio la magnesite MgCO3 e la siderite FeCO3: tra queste due strutture chimiche esiste una corrispondenza biunivoca, da cui si comprende che  l’isomorfismo è un fenomeno comune in natura.

In psicologiaIl postulato dell’isomorfismo della Gestalt (o Psicologia della forma o rappresentazione) sancisce che i processi astratti del pensiero (memoria, apprendimento, comportamento, ecc.) hanno un preciso basamento materiale. L’isomorfismo indica un’identità strutturale tra il piano dell’esperienza diretta e quello dei processi fisiologici ad esso sottostanti. Qualsiasi manifestazione del livello sensibile, dalla semplice percezione di un oggetto alla più complessa forma di pensiero, trova un corrispettivo in processi che a livello cerebrale presentano caratteristiche funzionali identiche.”

Il filosofo Douglas Hofstadter nel suo interessante e particolare saggio Godel, Escher, Bach: Un’eterna ghirlanda brillante afferma che “Si parla di isomorfismo quando due strutture complesse si possono applicare l’una sull’altra, cioè far corrispondere l’una all’altra, in modo tale che per ogni parte di una delle strutture ci sia una parte corrispondente nell’altra struttura; in questo contesto diciamo che due parti sono corrispondenti se hanno un ruolo simile nelle rispettive strutture.”. Da ciò deriva che nella comune prassi umana emerge l’esistenza di un filo comune, di un meccanismo neurologico latente, che unisce le opere dell’uomo appartenenti a settori della vita che formalmente sono giudicati diversi tra di essi, come ad esempio la logica, la grafica, e la musica, cioè come il pensiero (il logos degli antichi Greci), la manualità, e il sentimento espresso dalla musica. Una concezione, dunque, che dimostra che la Cultura non può essere compartimentata. E che il nostro cervello funziona allo stesso modo sia quando si risolve un problema matematico o si scrive un romanzo o si dipinge un’opera d’arte, e che agisce sui nostri comportamenti rendendoli isomorfi.

Si prenda, ad esempio, la transumanza, cioè la migrazione stagionale ad opera dei pastori, dalle zone collinari e montane verso le pianure e viceversa, delle greggi alla ricerca di pascoli. In definitiva la transumanza è il passaggio da un pascolo ad un altro, come ha scritto Gabriele D’Annunzio nella poesia I pastori: Settembre, andiamo. È tempo di migrare./ Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori/ lascian gli stazzi e vanno verso il mare:/ scendono all’Adriatico selvaggio/ che verde è come i pascoli dei monti. …. Un fenomeno tipicamente italiano questo della transumanza data la conformazione geografica dell’Italia – i monti sulla dorsale e la pianura che si stende verso il mare -, dettato da un’esigenza utilitaristica e necessaria per il sostentamento degli animali, dunque. La transumanza è quindi uno spostamento da un luogo ad un altro che ha inciso, nel tempo, modificandola, sulla psiche di molti italiani facendoli diventare trasformisti: dalla semplice percezione di un’azione si origina una più complessa forma di pensiero. Conseguentemente, risultano isomorfi i comportamenti dei transumanti e quelli dei trasformisti, anche se i primi sono encomiabili dal punto di vista etico e sociale, mentre i secondi, al contrario, sono immorali e deprecabili. Come i transumanti passano da un pascolo ad un altro, così i trasformisti passano da una ideologia ad un’altra, però secondo i loro bisogni e le loro necessità e non secondo i bisogni e le necessità della collettività. Il comportamento, in ambedue i casi, presuppone “processi che a livello cerebrale presentano caratteristiche funzionali identiche” anche se cambia solo la finalità.

Senza entrare nel merito, anche tra verità e falsità c’è “isomorfismo”, che c’è pure tra reale e virtuale come, ad esempio, tra noi e la nostra immagine riflessa da uno specchio, ma c’è anche tra l’essere e il non-essere parmenideo.

La società, intesa come insieme organizzato di individui, influenza e orienta, tutti o in parte, i suoi membri riguardo le confessioni religiose, gli orientamenti politici, le decisioni, le consuetudini e i comportamenti, e lo fa attraverso l’isomorfismo. E ciò può avvenire per via involontaria o per persuasione tenendo conto che qualunque sia la causa di orientamento, esso potrebbe dipendere per diversi individui dal livello culturale posseduto e dalla tendenza alla sottomissione altrui.

E per questo che, oltre ai trasformisti già citati, esistono tanti altri gruppi più o meno numerosi i cui componenti si uniformano per isomorfismo, come il gruppo no-vax contrario alla somministrazione dei vaccini e alle posizioni convalidate della comunità scientifica, o come il gruppo dei complottisti che ritiene che dietro molti eventi sociali ci siano macchinazioni e complotti occulti che risultano nocivi per la collettività, o come quello degli ascientifici cioè di coloro che non hanno nessuna cognizione della scienza e del metodo scientifico.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).