Il Lazio potrebbe cambiare colore ed entrare nella fascia arancione. Misure rigide che vedranno  negozi chiusi tutto il giorno (ad eccezione di alimentari, supermercati, farmacie e parrucchieri) e divieto di uscire dal comune di residenza.

Uno scenario che l’assessore alla sanità regionale Alessio D’Amato aveva preventivato immaginandosi un “peggioramento della curva” perché “abbiamo un’onda che si alza come era prevedibile ed occorre massimo rigore e cautela”. Tradotto: aumenteranno i casi e aumenterà anche l’indice Rt.

Nell’ultimo rapporto settimanale dell’Istituto superiore di Sanità quello del Lazio era a 0,99, un solo centesimo dalla soglia dell’1, superata la quale i nuovi malati cominciano pericolosamente a crescere con un rischio contagio “unitario”. La proiezione, invece, racconta di una regione a 1.1.

Al momento sono 78.223 i casi positivi al Covid-19 nel Lazio. Di questi, 75.018 sono in isolamento domiciliare, 2.892 sono ricoverati non in terapia intensiva, 313 sono ricoverati in terapia intensiva (-13 rispetto a ieri), 4.259 sono deceduti e 101.426 sono guariti.

L’indice Rt nel Lazio
D’Amato nei giorni scorsi aveva lanciato un messaggio chiaro: serve più velocità nel distribuire i vaccini (sono state superate le 84mila dosi somministrate) e misure più rigide.

Il Lazio, proprio lo scorso 8 gennaio, si era “salvato” della nuova stretta. Negli ultimi bollettini la curva dei contagi ha risposto bene, si è abbassata tanto che Roma è tornata sotto quota 800 contagi giornalieri. Il dato, però, è stato comunque rilevante tanto che l’indice di contagiosità del virus in sette giorni è salito di 0.3 punti, e secondo l’Iss è “stabilmente sopra la soglia”.

Secondo l’Unità di crisi Covid, “il rapporto tra positivi e tamponi è all’11%, ma se consideriamo anche i test antigenici la percentuale scende al 5%”. Inoltre, stando all’ultimo report regionale, dei casi finora confermati nel Lazio l’età mediana è di 46 anni, equamente ripartiti tra maschi (51,4%) e femmine (48,6%).

 


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