“Il mio paese e la mia nazionalità sono la Russia ma il mio cuore è sempre l’Ucraina”

Yana Matukova è una giovane giornalista russa da quattro anni a Livorno

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Yana a Livorno

LIVORNO – Yana Makutova è una giornalista russa, ha 28 anni e da circa quattro vive a Livorno. Qui si è dedicata alla pittura che è il suo lavoro e le permette di mantenersi, ha un marito e un figlio piccolo. La sua città di origine è Kazan, la sesta città per dimensioni della Russia, con quasi un milione e mezzo di abitanti, nella Repubblica del Tatarstan, a 800 km a ovest di Mosca. Adesso c’è la guerra e Yana che mantiene i rapporti con gli amici e i parenti a casa, ha deciso di raccontarci l’aria che tira in Russia, le sue opinioni sul conflitto e le sue idee, oltre a dirci come si trova a Livorno, dove è bene accolta anche adesso, nonostante quello che sta succedendo. Raccontaci la tua storia. “Mi chiamo Yana, sono una giornalista di formazione in Russia, vivo in Italia da quattro anni, ho un figlio e un marito italiano, vivo dipingendo quadri e in Russia ho lasciato la nonna, la mamma e alcuni amici e amiche con cui mi mantengo in contatto”. Cosa ti raccontano da quando è scoppiata la guerra? “Cerco di non parlare troppo con gli amici non intimi della guerra perché è pericoloso. Circa l’80 per cento della popolazione sostiene ed è asservita completamente alle autorità, alle sue leggi e alla dittatura. La Russia è la nazione più avanti di tutte nello sviluppo della propaganda, riescono a definire bianco quello che è nero e lo fanno in una maniera inspiegabile, con una capacità tale che la maggior parte delle persone crede veramente che tutto quello che sta succedendo sia un passo in avanti verso il progresso e lo sviluppo del paese e non un passo verso l’inferno. C’è da dire che i giornalisti russi sono diventati davvero “bravi” e che valgono i soldi che guadagnano”. All’inizio del conflitto si è parlato di opposizione interna, qui abbiamo visto le immagini delle manifestazioni a Mosca e a San Pietroburgo. “Sì, ci sono state delle proteste, nelle piazze e sui social, molte di queste persone sono state “accolte” in prigione, mente alcuni sono riusciti a scappare. Metà degli artisti, attori, programmatori, medici e scienziati ha lasciato la Russia. Sembra di tornare alla rivoluzione del 1917 quando “l’intellighenzia” fu perseguitata, uccisa, arrestata e sottoposta a repressione e la classe operaia, cuochi, trattoristi e ignoranti, prese il potere. Io con un sorriso mi domando: “cosa c’è in comune?”” Putin viene percepito come un dittatore? “Sì, Putin è un tiranno. Tutto ciò che fa esprime una dittatura e un regime totalitario come sotto Stalin. Però, ci sono dei però enormi: il popolo russo non è pronto per la democrazia e la Russia così si è “creata” un dittatore e un tiranno. Il popolo russo è come un gatto che si ribella se gli urli contro ma che andrà in mille giuggiole se troverà un bravo amante gentile che lo coccoli e lo inganni, allora dormirà sulla sua testa e mangerà la cena dal suo piatto. Dal 90 al 2000 in Russia abbiamo assaggiato la libertà di scelta e di parola e la libertà economica per gli affari. Cos’ha ottenuto il popolo russo? Ubriachezza, brigantaggio, film americani violenti, privatizzazioni e vendita dei negozi. La polizia ha smesso di funzionare. Il popolo russo è come un bambino e deve essere educato, se non c’è Putin ci sarà un altro Putin, forse meglio, forse peggio, ma ci sarà lo stesso un dittatore, questo è un dato di fatto”. Come ti trovi in Italia e a Livorno dopo lo scoppio della guerra? “Benissimo, zero discriminazioni”. Ma l’Italia invia armi insieme alla Nato all’Ucraina, poi ci sono le sanzioni economiche. Ti senti in guerra? “Gli Stati Uniti stanno mettendo contro la Russia e l’Ucraina e i russi danno la colpa agli Stati Uniti per la guerra, la situazione è questa. Ci sono molti militari americani in Italia. Gli italiani sostengono l’Ucraina? Credo che i soldi degli italiani sarebbero meglio spesi per risolvere i loro problemi strutturali nel sud e risolvere la burocrazia. La stessa cosa si può dire per i contribuenti russi, siamo un popolo povero e dobbiamo sostenere la costituzione di un esercito enorme e attrezzato”. Le sanzioni economiche sono state efficaci o no? Dalla Russia i tuoi amici cosa ti raccontano? “Per niente. Le sanzioni economiche hanno influito zero. Non sono state per niente efficaci”. Perché, raccontaci “I russi si sono sentiti attaccati dall’Europa e stanno rispondendo in maniera molto forte, vogliono mostrare la loro forza e il loro potere. Più la Russia subirà attacchi più sarà forte la sua reazione”. E il benessere e la vita quotidiana dei russi è cambiata?
“I prezzi sono molto aumentati e il Rublo dipende dall’Euro. Ma il governo è molto astuto e la privatizzazione è in aumento in tutta la Russia. Esempi? Invece del Mc Donald’s ci sarà il “Caffè zio Vanja”, si nota la differenza del marchio rovesciato? Invece di Instagram adesso c’è Russogram. E ovviamente se la tua auto si guasta non c’è nessun posto dove acquistare pezzi di ricambio, se vuoi mangiare frutti di mare devi accontentarti di tonno in scatola e se vuoi vedere la prima di Batman devi andare al cinema in Uzbekistan. Come dicevo è allarmante. Ma i problemi uniranno i russi e poi la minaccia sarà peggiore”. Tu sei una giornalista e tutti sappiamo i problemi che ha la Russia con la libertà di stampa. Ti sentiresti libera di scrivere per un giornale russo? “Di che libertà si può parlare? Se sei un giornalista in Russia e ti permetti solo di vestirti con i calzini blu e la cravatta e la camicia gialla, allora i tuoi amici verranno a trovarti direttamente in prigione e pagheranno una quota per il costo del tuo rene, perdonami il mio brutto umorismo. Inoltre lo stipendio ti viene pagato dallo stato, per cui più lodi il regime più ti pagano”. La libertà di pensiero in Russia, ne vuoi parlare? “Nella scuola russa è apparso un programma chiamato “Operazione per la liberazione dell’Ucraina”, i bambini sono costretti ad ascoltare queste sciocchezze per tre ore al giorno. I russi sono fermamente convinti di essere i liberatori dell’Ucraina. Le persone che pensano di rispettare la libertà di espressione, i diritti, la libertà di pensiero, hanno lasciato la Russia, perché è impossibile pensare qualcosa del genere in Russia, puoi ritrovarti col tuo vicino di casa che presenta una denuncia contro di te per dissenso. Tutti conoscono la storia di Aleksej Naval’nyj e i suoi 9 anni di prigione: si tratta di una “sculacciata pubblica”, in modo che nessun altro scelga questo percorso per sé stesso”. Adesso sei in Italia, ti senti libera di essere italiana? “Sarei felice di ottenere la cittadinanza italiana, mio marito è italiano e mio figlio è nato in Italia. Finora ho solo il permesso di soggiorno. Questa guerra è iniziata già 8 o 9 anni fa, non giudico la guerra della Russia contro l’Ucraina ma credo che sarebbe avvenuta comunque più tardi, per un numero enorme di ragioni da entrambe le parti. Il comportamento dell’Ucraina nei confronti della Russia è stato orrendo anche alle Olimpiadi e ci sono moltissime altre ragioni per la guerra, ma in Italia non si potranno mai dire perché l’Italia fa parte della Nato. Io sono russa ma amo l’Ucraina e gli Ucraini. Sono stata a Kharkov, oggi praticamente distrutta, è un peccato che il mio figlio piccolo non possa vedere le meraviglie delle città ucraine”.

“Zio Vanja”
Yana a Livorno
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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.