Il “Palindromo” è un “fatto” scientificamente teorizzato che respinge l’interpretazione scaramantica sorta nell’antichità

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“Palindromo”  è una parola originaria dal greco antico, pálin, “di nuovo” e  drómos, “percorso”, da cui il significato è: «percorso in ambedue i versi, cioè in un verso e nel verso opposto». Esso può essere un numero, una parola, una frase e anche la formula di alcune sostanze chimiche, come quella dell’acqua HOH (H2O), dell’anidride carbonica OCO (CO2), dell’acido ossalico HOOC-COOH [ (COOH)2], ecc. . Notizie storiche riferiscono che il palindromo, in quanto verso bifronte, sia stato inventato dal poeta greco satirico Sòtade nel IV-III secolo a.C. nelle sue poesie.

Il “quadrato di Sator”, noto anche come latercolo pompeiano, fu scoperto circa un secolo fa durante gli scavi di Pompei, città romana sepolta dalle ceneri provenienti dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. . Esso  è costituito da cinque parole latine SATOR (seminatore), AREPO (Arepo), TENET (regge), OPERA (fatica), ROTAS (ruote), di cui solo la parola TENET è un palindromo in quanto rimane immutata leggendola in ambedue i versi, ma lo è anche tutta la frase se viene letta dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, in questo caso leggendo ogni parola da destra verso sinistra, e rimane immutata anche se viene letta da sinistra verso destra e da destra verso sinistra, in questo caso se ogni parola viene letta dal basso verso l’alto, e viceversa. Un’altra peculiarità del quadrato è che la parola TENET, risulta sia in orizzontale che in verticale, formando una croce. La frase che risulta enigmatica potrebbe avere questo significato: Il seminatore Arepo regge con fatica le ruote (dell’aratro?). Questo quadrato probabilmente era considerato “scaramantico” (o apotropaico), aggettivo di scaramanzia derivante dal greco cheiromanteìa, “lettura della mano”, e quindi correlato ad un’azione alla quale si attribuiva il potere di favorire la fortuna e scacciare la disgrazia. Si è appreso dai vari scavi archeologici che il “quadrato di Sator”, sia stato molto usato in varie parti dell’Europa come fatto propiziatorio, tant’è che si è trovato murato in alcuni edifici per ottenere fortuna.

Nel 2020 il regista Christopher Nolan produsse e diresse il film Tenet traendo questa parola dal “quadrato di Sator”, in cui si avvalse della consulenza del fisico teorico Kip Thorne, premio Nobel per la fisica 2017. Tenet in inglese significa principio, cioè principio su cui si basa una teoria, e in questo caso il riferimento è alla teoria della causalità inversa di Feynman  secondo la quale un positrone, cioè un elettrone con carica positiva,  può essere considerato come un elettrone che “viaggia” indietro nel tempo.. In altre parole, secondo questa teoria si avrebbe un susseguirsi di eventi in senso inverso a quello che normalmente viviamo o vediamo. Ciò consentirebbe – quel che è noto come paradosso del nonno – ad un essere umano la possibilità di andare a ritroso nel tempo e, se le vicende vissute gli fossero andate male, potrebbe andare ad uccidere il proprio nonno compromettendo in questo modo la sua nascita e quindi la sua vita.

Tutto quanto detto confuterebbe anche il convincimento del filosofo tedesco Friedich Nietzsche secondo cui i fatti non esistono, bensì solo interpretazioni, come si evince dalle raccolte postume dal titolo La volontà di potenza (Bompiani, 1995) in cui interpretava intuitivamente la rinascita e l’apocatastasi dell’universo e nel saggio La gaia scienza e Idilli di Messina (Adelphi, 1997) scriveva che L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere.

Dall’azione scaramantica, emotiva e quindi irrazionale, e dall’interpretazione nietzschiana dunque si è passati, secondo la citata teoria di Feynman alla scienza, che studia l’origine razionale del palindromo ovvero dell’inversione del tempo in cui non c’è niente di propiziatorio.

Il brano “Tenet” del gruppo danese Heilung, pubblicato nel 2022, è anch’esso un palindromo basato sul “quadrato di Sator”, in cui la musica, le melodie e la strumentazione sono palindromici.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).