Il soffio del vento: Arroganza

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Da niente bisogna guardarsi tanto come dal crescere di quella malerba che si chiama arroganza e che rovina in noi ogni buon raccolto. 

Friedrich  Nietzsche, Umano troppo umano

 L’arroganza è la superba presunzione di sé, di chi si attribuisce una  pretesa superiorità; spesso è un atteggiamento che cerca di imporsi con scostante disprezzo degli altri e con modi boriosi e tracotanti. L’arroganza si manifesta quando un uomo o una donna si sentono migliori di un’altra persona. Spesso l’arroganza appartiene a coloro che non hanno il coraggio di riconoscere le proprie debolezze, i propri limiti.

Nel corso della storia dell’umanità l’arroganza ha interessato direttamente o indirettamente letterati, filosofi, teologi, politici e psicologi. Nell’undicesimo canto del Purgatorio Dante, incontrando i superbi, si ricorda della sua passata colpa di presunzione e scrive: «L’antico sangue e l’opere leggiadre d’i miei maggior mi fer sì arrogante». Anche lo scrittore Alessandro Manzoni nel IV capitolo de I promessi sposi, nel ricostruire il passato di padre Cristoforo, narra un episodio di rovinosa presunzione umana e scrive: «vide Lodovico spuntar da lontano un signor tale, arrogante e soverchiatore di professione, col quale non aveva mai parlato in vita sua, ma che gli era cordiale nemico, e al quale rendeva, pur di cuore, il contraccambio».

Nel linguaggio politico e giornalistico l’arroganza del potere è il comportamento altezzoso, sprezzante e talora violento che spesso caratterizza chi detiene il potere. Nel celebre discorso “I have a dream”, il leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, Martin Luther King, affermava con estrema limpidezza e decisione: «io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia».

Il Premio  Nobel della Pace, Nelson Mandela,ha detto: «un buon leader può impegnarsi a iniziare un dibattito in modo franco e accurato, sapendo che alla fine lui e l’altro opposto dovranno essere alla fine più vicini, e quindi, emergere entrambi più forti di prima. Non si ha questa idea quando si è arroganti, superficiali e disinformati».

Attuale e condivisibile è anche l’idea del trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d’America,  John Fitzgerald  Kennedy, che affermava: «quando il potere spinge l’uomo all’arroganza, la poesia gli ricorda o suoi limiti”

 

 

 

 

 


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