Il soffio del vento: I Fratelli

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Quando i fratelli vanno d’accordo, nessun fortezza è così solida come la loro vita in comune.                                                Antistene

         Fratello, in generale,  è quella persona legata ad altra o ad altre da un vincolo di parentela derivante dai comuni genitori. In maniera più estensiva il termine indica chi ha intensi legami affettivi o ideali di natura religiosa, politica e sociale con altre persone; chi condivide con altri un sentimento, una fede, un tipo di sensibilità, una sorte.

Al plurale fratelli sta a significare i membri di una associazione  e congregazione che perseguono fini di reciproco aiuto tra gli aderenti, come i fratelli massoni, mussulmani, della misericordia, d’Italia…                                                                                                                                                                                Con riferimento alla consapevolezza di una comune filiazione divina, già nell’antichità, si designarono come fratelli gli appartenenti ad alcuni collegi sacerdotali, come i fratelli Arvali addetti al culto della dea delle messi: Cerere. I primi cristiani si chiamarono tra loro fratelli per un intimo senso della comune dipendenza da un Dio padre. L’amore per i fratelli è un cardine della fede biblica che attraversa l’intera storia del cristianesimo.                                                                                                    Il Nuovo Testamento, oltre al normale uso del termine fratello nel sesso stretto della consanguineità, applica frequentemente questo termine ai discepoli di Gesù e a tutti i membri della comunità cristiana che, nel segno dell’amore di Dio che li ha generati e nel segno dell’amore di Cristo che li ha redenti, sono esortati a vivere la loro fraternità di fede nell’amore reciproco e nell’amore del prossimo.

L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani (12,10) scrive: «Amatevi gli uni gli altri come fratelli. Siate premurosi nello stimarvi reciprocamente». E l’evangelista Giovanni nella sua Prima Lettera (4,20) dice: «Se uno dice; “io amo Dio, e odia suo fratello, è uno bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede». Il primato dell’amore di Dio si riconosce dall’amore per i fratelli. Secondo il teologo russo Vladimir Solov’ëv «Nella città di Dio non ci sono più nemici o stranieri, schiavi o proletari, criminali o condannati. Lo straniero è un fratello che vive lontano; il proletario, è un fratello sfortunato bisognoso di aiuto; il criminale è un fratello caduto che dobbiamo risollevare».

Dal punto di vista semantico il termine fratello appartiene ad un’ampia famiglia che contempla significative parole come fratellanza, fratricida, fraternità.

 La fratellanza è il rapporto naturale tra fratelli e il vincolo d’affetto che li unisce. Nella Bibbia Giacobbe ed Esaù erano fratelli come lo erano gli apostoli Simone ed Andrea, Giovanni e Giacomo; nell’Iliade di Omero erano fratelli Agamennone e Menelao, Ettore e Paride; nel romanzo dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij I fratelli Karamazov erano Dmitrij, Ivàn, Alekseij e Smerdjakov.

Fratricida è chi uccide il proprio fratello (o sorella); chi causa la morte di persone con cui esistono rapporti di fratellanza. Il primo fratricida nella storia dell’umanità è stato Caino, al quale Dio disse. «Dov’è tuo fratello Abele? E quegli rispose: Non lo so; sono forse il custode di mio fratello?”,  Ed egli replicò. “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra» (Genesi 4, 9-10).

 L’ultimo termine sopra indicato, fraternità, rappresenta, insieme alla libertà e all’eguaglianza, uno dei tre principi fondamentali della rivoluzione francese. Recentemente il professore Leonardo Becchetti ha scritto: «La società che contrappone i due principi di libertà ed eguaglianza, dimenticando la fraternità, paradossalmente rischia di diventare disumana. E la fraternità è anche il senso del futuro: parte dal riscatto della fragilità». Aggiunge l’ex priore di Bose, Enzo Bianchi: «Senza affermare e vivere in primo luogo la fraternità, anche la libertà e l’uguaglianza sono fragili».

Nell’ultima enciclica, Fratelli tutti, papa Francesco, riportando le parole del santo d’Assisi, ha affermato che san Francesco: «ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita».

 

 

 

 

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