CORI – Ilaria, scrittrice di Cori: «Il mio libro hackerato, le mie foto sui siti porno. Racconto la mia storia perché non si deve morire di cyberbullismo». Mi chiamo Ilaria Di Roberto e sono una scrittrice di Cori. È da un anno che sono vittima di hacking, pishing, cyberbullismo, diffamazione e di recente anche di pirateria e truffa. Inizia così una lunga e accorata nota della scrittrice di Cori che racconta le sue vicissitudini sulla rete ad opera di ignoti.

«Conosco già gli autori di tali reati e ho già fatto la denuncia alla procura di Latina e alla polizia postale – spiega Ilaria – . Di recente però il mio libro è stato craccato e sono certa che i carnefici siano gli stessi che da un anno mi danno il tormento. Voglio specificare che né io né la mia casa editrice abbiamo dato il consenso per la pubblicazione del mio libro online, né tantomeno l’autorizzazione per permettere a chiunque di scaricarlo. Inoltre del mio libro esiste solo la versione cartacea che può essere ordinata su alcuni siti, ma non scaricata. La mia vicenda si è già diramata attraversato un’ampia rete di media, sta di fatto che sia in radio che in alcuni articoli di giornali locali ho provveduto a rendere nota la situazione affinché non scarichino il mio libro da quei siti. Oltre a ciò le mie foto sono finite su un sito porno, la mia immagine è stata denigrata e questo come potete immaginare, oltre a causarmi un certo danno al livello psicologico rischia anche di intaccare negativamente il mio futuro, visto e considerato che vengo contattata da persone che mi chiedono prestazioni sessuali.

Ho bisogno di aiuto – prosegue Ilaria – affinché la giustizia faccia il suo corso quanto prima. Sono vittima di cyberbullismo e voglio combattere non solo a nome di coloro che stanno subendo i miei stessi soprusi, ma anche per quelle povere ragazze che non ce l’hanno fatta.
Inoltre desidero parlarne pubblicamente affinché la giustizia venga sollecitata a risolvere il caso. Voglio trasmettere un messaggio specifico a chiunque mi ascolterà: di cyberbullismo non si muore, non si deve morire. E possiamo uscirne…non da vittime, ma da guerriere.


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