“La tragedia che si è consumata sabato scorso ad Aprilia, che ha lasciato sul suolo privo di vita un giovane operaio di Nettuno testimonia ancora una volta quanto la salute e la sicurezza sul lavoro sia un capitolo che deve essere necessariamente riscritto. Di lavoro si continua a morire ogni giorno, o perché si cade da una impalcatura o perché si resta schiacciati da un mezzo meccanico o per altre cause”. Così in una nota congiunta i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Latina, rispettivamente Giovanni Gioia, Roberto Cecere e Luigi Garullo.
“Agli organi competenti spetta il compito di fare chiarezza su questa ennesima tragedia – dicono i sindacalisti – ma non possiamo nasconderci che il più delle volte dietro ogni morte sul lavoro c’è una misura per la prevenzione della sicurezza che non ha funzionato. Questa strage deve essere fermata, vanno rigorosamente attuate tutte le norme di prevenzione e tutela sulla salute e sicurezza sul lavoro, con controlli sempre più stringenti, con maggiori ispezioni e con relative sanzioni. Il Paese deve compiere un salto culturale su questa urgente questione, perché si lavora per vivere non per morire. Non si può aspettare oltre, lo scorso anno ci sono stati 1.221 caduti sul lavoro, più di tre al giorno, non si può continuare ad aggiornare il triste computo di lutti. Come CGIL, CISL, UIL ci uniamo e ci stringiamo al dolore della famiglia”.


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