“Inedita”, il film sulla scrittrice Susanna Tamaro che sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sessione Riflessi

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Titolo: Inedita (film documentario)

Regia: Katia Bernardi

Sceneggiatura: Katia Bernardi

Durata: 73’

Musiche: “Apache Trail”, “Mr. X” di Bruno Baricelli, eseguito da The WetTones, Ammonia Records – Punx Crew ed. mus.

Produzione Paese: Italia, 2021

Cast: Susanna Tamaro, Roberta Mazzoni, Lorenzo Tamaro, Vicki Satlow, Marco Sosič.

In anteprima assoluta, martedì 19 ottobre, alle ore 21:30, presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, nella sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma, sarà presentato il film documentario Inedita.

Dopo trent’anni di vita pubblica e trenta libri all’attivo, Susanna Tamaro ha deciso di togliere la maschera con la quale si protegge da sempre dichiarando di voler ‘smettere’ il suo personaggio pubblico, per essere semplicemente Susanna. Togliendo così quel filtro protettivo che ha contribuito a renderla ostile al mondo, che nasconde una verità alla quale da poco ha potuto dare un nome, riconducibile ad un disturbo che per tutta la vita l’ha fatta sentire diversa, e che ora sente di poter condividere: la sindrome di Asperger. Con Inedita, Susanna ha deciso di ripercorrere le tappe importanti del suo percorso insieme all’amica di una vita, la sceneggiatrice Roberta Mazzoni. Un viaggio a ritroso, dal silenzio delle montagne innevate del Trentino, dove ogni anno si ritira per scrivere, all’assolata campagna umbra, immersa nel ronzio dei grilli, dove vive oggi con Roberta e con la propria famiglia allargata, alle dolorose memorie d’infanzia nella Bora di Trieste, la città natale, mentre segue la danza in mare delle meduse. E infine a Roma dove è avvenuta la sua formazione professionale e l’iniziazione alla letteratura. Ma Inedita è soprattutto il racconto di quello che va oltre la Susanna Tamaro scrittrice, tutto quello che non c’entra con l’idea che abbiamo di lei. Una donna divertente, fragile ma determinata, leggera, pop, fuori dagli schemi e per questo difficilmente etichettabile. Un prototipo di essere umano, piena di passioni: cintura nera di arti marziali, entomologa, esperta collezionista e appassionata di biciclette, sciatrice, canoista, pittrice, tiratrice al poligono, agricoltrice ed apicultrice. Un folletto inconsapevole che per definirsi cambia continuamente il proprio abbigliamento, in un caleidoscopio di colori. Una donna libera, inafferrabile, assetata di vita, di parole, di storie, in perenne movimento. In una parola, Inedita.

Scrive, in una sua nota, la regista Katia Bernardi: «Inedita nasce dall’incontro e dall’amicizia con Susanna. Un viaggio insieme che è iniziato oltre due anni fa, in una splendida giornata tra le montagne innevate del Trentino. Susanna mi è apparsa dietro una curva con una slitta in mano: “Andiamo”– mi ha detto – “c’è una bellissima pista per slittini”. Non l’avevo mai incontrata e già da subito capii che sarebbe stato un incontro fatale, un incontro in slitta! Durante quella lunga passeggiata di quasi due ore, mentre io arrancavo e Susanna, da donna sportiva, camminava come se nulla fosse, ci siamo svelate. Il cuore mi batteva forte anche perché ora mi dovevo buttare giù per la discesa e mentre Susanna era già arrivata in fondo, io scendevo a rilento con tutti che mi sfrecciavano accanto ed io con la paura di schiantarmi contro un albero: una discesa iniziatica, una scena molto cinematografica. In fondo Inedita è un po’ questo: una salita verso la vetta per conoscerla, seguita da una discesa a velocità forsennata nel mondo fantasmagorico di Susanna. Da quel primo giro in slitta è nata una profonda amicizia, un’urgenza mia nel volerla raccontare e sua nel raccontarsi. Il desiderio di ritrarre un personaggio da sempre schivo di fronte al mondo dei mass media, quasi sfuggente, sulla quale pesava un forte pregiudizio. Nel mio percorso professionale Inedita rappresenta un nuovo racconto con al centro la storia di un modello femminile diverso, una donna fragile, ma determinata e coraggiosa, che ha saputo ingannare l’Asperger usando la scrittura come mezzo e allo stesso tempo come canale espressivo. Una donna che è riuscita a realizzarsi grazie e soprattutto all’incontro con un’altra donna, Roberta, scrittrice e sceneggiatrice che da trent’anni vive insieme a lei, in un profondo legame fuori dagli schemi e dalle definizioni. Una delle storie d’amore più belle che mi sia capitato di incontrare nella vita, che ancora oggi dopo tanti anni le porta in viaggio nel mondo a bordo del loro amatissimo furgone verde acido. Inedita è anche e soprattutto la sfida di raccontare, attraverso le immagini e i suoni, una malattia neurologica invisibile. E anche il mio sguardo su questo racconto vuole essere inedito, un’inquadratura laterale, che cerca frammenti di verità attraverso l’uso di archivi, dettagli, suoni, per tentare di restituire la percezione della realtà di Susanna».

Frutto dell’incontro tra due donne, Inedita si confronta con l’intimità di un personaggio pubblico restituendoci un ritratto inaspettato di una delle scrittrici italiane più lette di tutti i tempi. Con grazia e ironia, la regista ci immerge nel suo universo personale denso di affetti e passioni, in cui il rapporto con il mondo è stato per anni mediato da una sensibilità particolare. Susanna si racconta senza filtri e ci guida nel processo creativo che è alla base dei suoi libri, aprendoci alle visioni e alla percezione del mondo di una persona che ha imparato a convivere con la Sindrome di Asperger e che nel tempo è riuscita a trasformare questa apparente fragilità in una straordinaria forza vitale.

SusannaTamaro nasce a Trieste (1957). Nel 1976 si trasferisce a Roma per frequentare i corsi del Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diploma in regia e comincia a lavorare come assistente di Salvatore Samperi in Ernesto e Liquirizia, poi girando alcuni documentari a carattere scientifico, per la televisione. Nel 1981 scrive di getto il suo primo libro, Illmitz, che suscita l’interesse di Claudio Magris il quale lo invia a diversi editori, senza alcun successo. Negli anni seguenti scrive diversi altri romanzi e racconti, tutti regolarmente rifiutati. Nel 1989 riesce infine a pubblicare, grazie all’entusiasmo di Cesare De Michelis della Marsilio, “La testa fra le nuvole”, che vince il Premio Elsa Morante Opera Prima. Nello stesso anno, in seguito a una forte bronchite asmatica, lascia Roma per trasferirsi in un piccolo paese sulle colline umbre. Nel 1994 esce “Va’dove ti porta il cuore” che ottiene un successo internazionale, seguito dal libro per ragazzi “Il cerchio magico”. Successivamente è un susseguirsi di pubblicazioni, tra cui “Ascolta la mia voce” (2007), che può essere definita l’altra parte di “Va’ dove ti porta il cuore”. È infatti la nipote Marta che racconta la metà in ombra del famoso libro, la dolorosa morte per Alzheimer della nonna, la scoperta del diario della madre, le lettere del padre e soprattutto la sua dolorosa solitudine che la spinge a ricercare le sue radici in Israele. Nel 2016 vince la prima edizione del Premio Strega per ragazzi per la categoria +6 con “Salta Bart!” e nel 2019 il Premio Rapallo con il romanzo “Il tuo sguardo illumina il mondo”. Lontana dall’ambiente letterario e dalle frequentazioni mondane, Susanna Tamaro vive attualmente in campagna, a Orvieto, circondata dai suoi amatissimi animali. Oltre alla scrittura, alla passione per le arti marziali e alla cura della sua fattoria, si dedica a diversi progetti umanitari di sostegno e sviluppo per le categorie più deboli, attraverso la Fondazione Tamaro, creata nel 2000 e finanziata con i diritti dei suoi libri. Il suo ultimo lavoro è “Una grande storia d’amore”(2020), un romanzo sulla forza della vita, e dei sentimenti, un affresco di presenze e assenze attraverso cinquant’anni, che evidenzia il confronto tra generazioni e i sentimenti più profondi.

Filmografia

Sloi, la fabbrica degli invisibili (2009), Gli uomini della luce (2011), Auschwitz is my Teacher (2011), Funne. Le ragazze che sognavano il mare (2016), Sogni in grande (2018), Life on Mart (2021).

Francesco Giuliano (a cura di)


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).