LATINA- Evacuare è un diritto. Di più, sul piano squisitamente tecnico, costituisce una necessità fisiologica naturalmente improcrastinabile.
Sono particolarmente sensibile sull’argomento, proprio oggi, avendo trascorso una notte funestata dai dolori al basso ventre.
Motivo per cui comprendo l’esigenza della Consigliera comunale che, nel corso di una commissione ambiente, s’è collegata dal bagno di casa. Tempi di smartworking, come indecentemente si definisce il lavoro a distanza, può capitare. Anzi, io loderei e celebrerei la diligenza con cui la consigliera, nonostante avesse impellenze superiori non abbia voluto rinunciare alla sua funzione pubblica. Certo, si dirà, avrebbe potuto oscurare la telecamera del Pc o del dispositivo mobile attraverso il quale era collegata.
A naso, forse, non mi pare che l’età della suddetta lasci intendere una grande consuetudine con i mezzi tecnologici. Nutro per l’interessata una grande simpatia: trovo osceno che alcuni giornali nazionali abbiano riportato la notizia o che su un giornale locale qualche solone abbia parlato di sconcezze, di nefandezze. Al più, si potrebbe parlare di figuraccia o, essendo in tema, di figura di m..
La Consigliera c’ha abituato a ben altre azioni che, queste sì, meritavano la censura: come quando in Aula, in pieno dibattito, era intenta a sbucciarsi delle pere o a bere una non precisata brodaglia all’interno di termos vari.
Tuttavia, piena libertà deve essere garantita di rispondere alle esigenze che il corpo ci comanda.
Si potrebbe aprire un ragionamento, poi, sulla opportunità di piantarla con i Consigli Comunali a distanza e di tornare , come accade ovunque dal Campidoglio al Parlamento nazionale, alle sedute in presenza.
La democrazia ha bisogno di carne, non di reti virtuali.
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