ROMA- L’ultimo trimestre sotto zero di crescita, quindi una recessione tecnica. È la previsione contenuta nel bollettino economico della Banca d’Italia, che rivede drasticamente al ribasso le stime sulla crescita nel 2019. Le stime dell’istituto sono state definite “apocalittiche” da Luigi Di Maio.

“In Italia, dopo che la crescita si era interrotta nel terzo trimestre, gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto” si legge nel bollettino. La proiezione centrale della crescita del Pil “è pari allo 0,6%” nel 2019, 0,4 punti in meno rispetto a quanto valutato in precedenza. Alla revisione al ribasso concorrono: dati più sfavorevoli sull’attività economica osservati nell’ultima parte del 2018, che hanno ridotto la crescita già acquisita per la media di quest’anno di 0,2 punti; il ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese che risulta dagli ultimi sondaggi; le prospettive di rallentamento del commercio mondiale.

Sono invece moderatamente positivi, prosegue Bankitalia, gli effetti sulla crescita dell’accordo raggiunto dal Governo con la Commissione europea: l’impatto favorevole della diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine compensa ampiamente quello degli interventi correttivi apportati alla manovra. Le proiezioni centrali della crescita nel 2020 e nel 2021 sono dello 0,9 e dell’1,0 per cento, rispettivamente. La dispersione della distribuzione di probabilità attorno a questi valori centrali è particolarmente ampia.

L’inflazione aumenterebbe gradualmente, dall’1,0 per cento quest’anno all’1,5 nella media del biennio successivo, a seguito dell’incremento delle retribuzioni private e del graduale allineamento delle aspettative di inflazione. Oltre ai fattori globali di incertezza già ricordati, i rischi al ribasso per la crescita sono legati all’eventualità di un nuovo rialzo dei rendimenti sovrani, a un più rapido deterioramento delle condizioni di finanziamento del settore privato e a un ulteriore rallentamento della propensione a investire delle imprese. Un più accentuato rientro delle tensioni sui rendimenti dei titoli di Stato potrebbe invece favorire ritmi di crescita più elevati.

Il costo del credito delle banche “resta contenuto”, ma la persistenza dell’alto spread potrebbe far alzare i tassi sui prestiti. Banca d’Italia registra “segnali di irrigidimento dalle imprese” sull’offerta di credito. Fino ad ora l’effetto è rallentato dalle “buone condizioni di patrimonializzazione delle banche e l’elevata stabilità delle loro fonti di finanziamento”. “In prospettiva, però, il persistere dell’elevato livello dei rendimenti sovrani e il costo della raccolta bancaria continuerebbe a spingere al rialzo il costo del credito”.

Per il vicepremier le stime di Bankitalia potrebbero essere infondate: si tratta di “quella stessa Bankitalia che ci ha lasciato le banche in queste condizioni perché non ha sorvegliato in questi anni”. Lo ha detto nel corso di un incontro a Sulmona, in Abruzzo. “Non è la prima volta che le stime di Bankitalia poi non si rilevano fondate. Sono diversi anni che non ci prende. Solo è strano. Quando c’erano quelli di prima facevano stime al rialzo, ora al ribasso”, ha detto DI Maio.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteAumentano a 300 le stazioni ferroviarie gestite dalle 14 sale blu dedicate ai disabili,26 nel Lazio
Articolo successivo“Maria Regina di Scozia” indaga sulla subalternità di una sovrana ad un mondo maschilista
Per oltre 30 anni la voce di Radio Rai e Rai Tre in provincia di Latina, ho seguito i maggiori eventi che hanno interessato il nostro territorio. Oggi una nuova esperienza con News-24.it di cui ho assunto la direzione, aiutando con la mia esperienza e la mia passione un gruppo di giovani talenti della comunicazione on line a crescere e ad affermarsi.