La memoria

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La memoria della Shoah (La tragedia del male assoluto)

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.(Primo Levi)

 «A nessuno è lecito, davanti alla tragedia della Shoah, passare oltre».  Queste parole sono state pronunciate dal Papa nel messaggio per il 60° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, perché, come ha scritto lo scrittore Primo Levi, gli uomini e donne di Auschwitz «Erano fatti della nostra stessa stoffa, esseri umani, mediamente intelligenti, mediamente malvagi, salvo eccezioni, non erano dei mostri, avevano il nostro  stesso viso».

Con il termine ebraico Shoah, che letteralmente significa “annientamento”, “devastazione”, si indica la catastrofe perpetrata in Europa dai nazisti durante la seconda guerra mondiale quando furono sterminati circa 6 milioni di ebrei, di cui 1 milione e mezzo di bambini, senza altra colpa dichiarata che quella di appartenere alla religione israelitica. Una tragedia durata 12 anni, dal 1933 al 1945, che si trasformò in sterminio sistematico negli ultimi quattro. Auschwitz, simbolo della Shoah fu campo di sterminio a 60 Km ad ovest di Cracovia (Polonia) dove i nazisti organizzarono la sistematica eliminazione mediante gas e forni crematori del popolo ebreo.

Il 27 gennaio 1945, sessanta anni fa, furono aperti i varchi e abbattute le recinzioni del campo di prigionia e di sterminio di Auschwitz nell’Alta Slesia. Una vicenda mostruosa sofferta dal genere umano nel continente più civilizzato del pianeta. La Shoah non è stato un crimine contro l’umanità, ma anche dell’umanità.I giovani devono sapere dove conduce la follia di chi crede di poter far tutto, disprezzando l’uomo.

          La Shoah non tocca soltanto i carnefici nazisti. La shoah è una questione che coinvolge tutti noi, perché dimostra dove può arrivare la ragione che sragiona, che mette in atto scientificamente lo sterminio con tutte le tecniche più moderne, avvolgendolo nella menzogna. Disprezzo assoluto dell’uomo. Il male che avviene ogni volta che si calpesta l’uomo.

La memoria, oggi e domani, è l’arma più forte contro l’antisemitismo. La memoria, come ha detto il Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi, è una forza storica che può fare migliore il futuro del mondo. È necessario tener sveglio sempre il ricordo collettivo. Per non dimenticare in virtù del culto della memoria intesa come descrizione di ciò che succedeva nei lager.

È importante il valore imprescindibile della trasmissione del ricordo, della memoria della deportazione nazista e fascista. Ricordando i deportati e i morti in prigionia avremo maggiore cura di vivere e far vivere tutti nel più garantito regime di libertà politica e civile.

          Nelle scuole di ogni ordine e grado bisogna lasciare il posto alle riflessioni, allo studio della storia. Bisogna insegnare la Shoah nel suo contesto storico, avere il coraggio di portare i giovani alla riflessione. La lettura del libro Se questo è un uomo (1947) di Primo Levi può far capire molto di più perché è un racconto della disumanizzazione subita ad Auschwitz

La memoria è il luogo della mente e del cuore in cui, temprati dalle ferite del passato, discerniamo ciò che dell’oggi è degno di avere un futuro. Facendo memoria,  di eventi  drammatici, trasformiamo il passato nel tesoro per l’oggi  e promessa per l’avvenire, e lo riscattiamo dall’oblio e dall’abisso del non senso e garantiamo alle vittime che la loro dignità non è scomparsa, perché la loro esistenza, i loro affetti, le loro speranze vivono in chi li ricorda. Memoria significa ridar vita al passato per l’oggi e caricarlo di senso per il domani.

Queste riflessioni sulla memoria alla tragedia della Shoah potranno servire a scongiurare ciò che recentemente ha profetizzato la senatrice a vita Liliana Segre che «la Shoah tra qualche anno sarà soltanto una riga sui libri di storia».

 

 

 

 

 


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