LATINA – La nuova Camera di Commercio del Basso Lazio vista dal neo eletto presidente Giovanni Acampora. «Sviluppo, sostenibilità e competenze le priorità della mia presidenza». Quale sarà la visione e la mission della nuova Camera di Commercio del Basso Lazio che raggruppa le province di Latina e Frosinone e per numero e importanza occupa l’ottavo posto tra gli enti camerali del Paese. Lo abbiamo chiesto al neo eletto Giovanni Acampora, già numero uno dei Confcommercio Lazio che ieri ha ottenuto il via libera al suo nuovo e prestigioso incarico con 20 voti dal Consiglio Camerale riunito per l’elezione del primo presidente dell’ente pontino-ciociaro.

«Stiamo vivendo uno dei periodi più difficili della nostra storia, la sciagura di una pandemia che ridisegnerà totalmente i confini del nostro mondo così come lo abbiamo conosciuto – esordisce Acampora  -. Cambieranno le nostre abitudini, il nostro modo di fare impresa, le nostre consuetudini e cambierà anche il mondo della rappresentanza datoriale. Per affrontare tutto ciò occorrono scelte coraggiose e condivise. Con la mia elezione alla Presidenza della Camera di Commercio del Basso Lazio abbiamo dato il via insieme ad un modello di governance diverso inclusivo, condiviso, innovativo e partecipativo.

Un modello che per l’importanza di questa nuova sfida dovrà segnare un netto taglio con il passato. Dobbiamo mettere da parte prima di tutto rivendicazioni personali e campanilismi, puntando su lavoro e competenze. Un modello virtuoso ed inclusivo, che possa realmente aiutare le imprese, rispettoso dei territori, delle rappresentanze. Oggi abbiamo una opportunità straordinaria. La creazione di un’area vasta che conta oltre un milione di persone (1.061.896 la popolazione delle due province) e 105mila imprese, quindi una dimensione di assoluta importanza nel panorama nazionale ed è per questo che le linee programmatiche della mia presidenza sono il frutto di un lavoro di ascolto delle categorie, della interlocuzione sui temi e improntate al CAMBIAMENTO. Per citare uno dei più importanti fisici e non filosofi dell’era moderna, Albert Einstein, ‘La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario’ e mai è necessario quanto oggi».

Un cambiamento dettato sopratutto dalla contingenza del momento e dalle gravi ripercussioni che la pandemia ha avuto sui nostri stili di vita e sul mondo del lavoro.

Giovanni Acampora, nuovo presidente della Camera di Commercio del Basso Lazio

«Siamo di fronte -prosegue Acampora – ad una prevista contrazione del PIL del 10,6%, che ci pone in coda alla classifica dei Paesi Europei. Nonostante gli interventi messi in atto dai governi dei Paesi dell’Unione europea, le incertezze sono ampie ed il rischio è la perdita di milioni di posti di lavoro. Gli interventi di sostegno hanno sì permesso alle imprese di far fronte alle carenze di cassa, evitando un’ondata di fallimenti nelle prime fasi della crisi, ma hanno aumentato l’indebitamento del settore privato. Il progredire della crisi e le pressioni sulla liquidità aziendale si stanno trasformando in insolvenze, e ciò sarà ancora più grave se la ripresa viene ritardata. Dunque le linee programmatiche del nostro ente saranno incentrate su tre azioni chiave trasversali:
• sviluppo
• sostenibilità
• competenze

A livello europeo sono stati ultimamente delineati i programmi di sviluppo attraverso il Recovery Fund, una strumento che consentirà all’Italia di ricevere circa 65 miliardi a fondo perduto (70% da spendere entro il 2022) cui si aggiungono 127 miliardi di prestiti, per un totale di 209 miliardi da impiegare in progettualità coerenti con il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” appena tracciato dal Governo italiano. Su questo tema bisognerà capire insieme quale potrà essere il ruolo della nostra Camera, in una nuova composizione che ci vede più forti e meglio attrezzati, in termini dimensionali, al fine di delineare le strategie utili ai nostri territori per intercettare tali risorse».

Ma non ci sono solo i fondi europei da intercettare, la nuova Camera di Commercio vuole essere il motore di una nuova politica industriale del territorio.

«Dobbiamo essere in grado di sfruttare tutti gli strumenti orientati ad innalzare la competitività delle imprese italiane e locali attraverso misure fiscali, investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo. Parlo di Industria 4.0, che significa che per le nostre imprese è indispensabile aprirsi alle nuove tecnologie abilitanti, alle competenze digitali e a nuovi modelli di business, che oggi sono prioritari per generare una nuova cultura imprenditoriale. Su questo tema, per esempio, la Commissione europea ha proposto che almeno il 20% degli investimenti provenienti dal Fondo per la Ripresa vada a finanziare la transizione digitale ed è qui che noi come nuova Camera di Commercio dobbiamo assolutamente avere un ruolo fondamentale. La carenza di infrastrutture digitali, è un problema che le aree industriali da sempre lamentano ed il recente lockdown ha dimostrato con evidenza i limiti del divario digitale dei nostri territori. Il completamento della rete a banda larga o in fibra per tutte le aree industriali è un requisito ormai imprescindibile per una moderna ed efficace gestione dell’impresa. Un’opportunità per tutti noi e dovremo investire sui temi delle SMART CITIES, e sulle STRUTTURE DI RURAL 5G nelle aree a vocazione agricola, per consentire un salto di qualità nella gestione delle colture con l’utilizzo delle più moderne tecniche delle coltivazioni».

Una transizione digitale che però non può prescindere dalle competenze degli attori in campo, sopratutto quelle delle nuove generazioni.

«Dobbiamo migliorare e ampliare i servizi di accompagnamento e orientamento delle micro, piccole e medie imprese – in stretta sinergia con la filiera formativa, e qui penso ai nostri ITS, con il mondo associativo, con il mondo della ricerca e del trasferimento tecnologico; tutto questo deve avvenire coniugando l’innovazione alla sostenibilità. A esempio dobbiamo puntare sui Competence Center perché è indispensabile stimolare il rapporto tra le nostre aziende e le nostre Università, attraverso una struttura di laboratori in cui sviluppare tecnologie ed idee provenienti sia dal mondo imprenditoriale che da quello accademico, incrociando le diverse competenze. Dobbiamo incominciare ad investire sui due macrotemi sui cui le Università locali stanno già operando:
Scienza della Vita, che abbraccia il settore chimico farmaceutico, la sanità e l’agricoltura; -Meccatronica, che abbraccia il settore metalmeccanico, elettrico e software. A proposito di competenze per l’economia, dobbiamo puntare fortemente sulle giovani generazioni, accorciando le distanze tra le Istituzioni scolastiche e le imprese, perché l’imperativo sarà superare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Sarà quindi, fondamentale puntare su strumenti come l’alternanza scuola-lavoro, l’orientamento dei giovani in uscita dal mondo della scuola e cioè avvicinare le nuove generazioni alle esigenze di un mercato del lavoro in costante evoluzione. Sempre su questo tema sarà importante costruire modelli di certificazione delle competenze, coinvolgendo le imprese e il mondo della formazione nella progettazione, nella realizzazione e nella certificazione dei processi formativi a tutti i livelli, dalla formazione professionale a quella universitaria. Sui nostri territori sono già operanti gli ITS Caboto e Biocampus, ed è recente la costituzione dell’ITS Meccatronico di Pontecorvo, che sta operando con successo. Si rafforzerebbe in questo modo la filiera con una maggiore caratterizzazione ed attrattività dei nostri territori. Ma la responsabilità che tutti noi avremo, ci impone di guardare a traguardi sfidanti e quindi dovremmo ragionare su un CAMPUS UNIVERSITARIO INTERNAZIONALE che sia collegato alla struttura dei competence center, che dovrà attrarre studenti da tutto il mondo, in un rapporto osmotico con l’esterno più ampio possibile, coinvolgendo le Università del nostro territorio e valorizzando i nostri giovani studenti e ricercatori».

Una formazione che non può e non deve assolutamente dimenticare le peculiarità delle nostre due meravigliose province.

«Noi viviamo in due territori con eccellenze agroalimentari che ci invidiano in tutto il mondo, che rappresentano un patrimonio culturale ed elemento distintivo della nostra identità locale. La promozione del territorio pontino-ciociaro, con tutte le sue peculiarità e differenze, passa attraverso la valorizzazione dell’agricoltura e delle sue produzioni primarie da cui si creano a loro volta le basi per l’indotto agro industriale. Incentivare e valorizzare le reti di impresa e le forme di aggregazione della produzione attraverso la creazione e il supporto alle filiere produttive pone le basi per un concreto sviluppo del nostro territorio e della nostra agricoltura. Pensiamo ad esempio alle eccellenti produzioni di vini, di oli, di prodotti lattierocaseari, e tanti altri su cui dovremo valorizzazione delle DOP e delle IGP, promuovere progetti di ricerca e sviluppo per migliorare le produzioni, e sensibilizzare le imprese alle tematiche dell’Agricoltura di precisione 4.0, improntata alla ricerca e sperimentazione dell’innovazione tecnologica nel settore agricolo ed agrifood. E bisognerà puntare anche sulla capacità delle nostre imprese di affrontare i mercati esteri. E’ e sarà la sfida da sostenere in questi anni. Abbiamo un territorio che ha un tessuto economico con filiere che ci collocano ai primi posti per valore delle esportazioni: -la filiera farmaceutica, grazie alla quale Latina e Frosinone sono la 2° e 3° provincia d’Italia; -la filiera dell’Automotive, dove Frosinone è 7° in Italia; -al primato delle produzioni ortofrutticole di Latina che, anche grazie all’importante ruolo commerciale del MOF di Fondi, è la 3° provincia d’Italia per valore delle merci vendute sui mercati internazionali. Ma la gran parte delle piccole e medie imprese locali manca delle competenze interne necessarie per accedere ai mercati internazionali ed è per questo che la nuova Camera dovrà intervenire puntualmente con: -servizi che favoriscano il posizionamento e la promozione commerciale (sia “fisica” che “virtuale”); -azioni mirate per ampliare e diversificare i mercati di sbocco, la partecipazione a fiere e missioni imprenditoriali, in sinergia con l’ICE-e le Camere di Commercio Italiane all’Estero o altri Enti come la Regione, che di recente ha emanato un bando per favorire i processi di internazionalizzazione, stanziando 5 milioni di euro. Dobbiamo quindi sostenere le aziende in operazioni quali la protezione del marchio, le certificazioni rispetto alle filiere di appartenenza, la realizzazione di vetrine digitali».

Un programma ambizioso che però deve fare i conti con le condizioni di partenza e le difficoltà burocratiche con cui ogni giorno si scontrano gli imprenditori.

«Oggi costituire e gestire un’impresa è diventato un percorso ad ostacoli, è imprescindibile puntare sulla semplificazione amministrativa, incominciando dal ruolo dei SUAP e dialogando sempre più con le altre Pubbliche Amministrazione coinvolte, oltre ai comuni. Diffondere sempre più gli strumenti telematici che le Camere di Commercio offrono, come ad esempio il cassetto digitale, questo sarà uno sforzo da compiere anche attraverso il competente supporto degli ordini professionali. Tutti temi all’attenzione dell’Agenda digitale nazionale, in attuazione delle strategie europee di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione».

Anche il rapporto dei territori e delle imprese con l’Europa e la transizione green voluta dalla Commissione Von der Leyen è un tema centrale per Acampora.

«L’Europa ha impegnato la propria agenda sull’economia sostenibile e circolare. Un’interessante frontiera, rispettosa dell’ambiente e con grandi potenzialità di creare impiego, un’economia della rigenerazione, in cui materiali e scarti della produzione, possono essere nuovamente utilizzati. Progettare un prodotto pensando al suo riutilizzo. La Commissione europea ha definito il piano di azione per l’economia circolare, e successivamente ha previsto che ben il 37% del Fondo per la Ripresa sia destinato ai temi green. Una scommessa su cui noi non possiamo non esserci. Inoltre il MISE (11 giugno 2020) ha previsto risorse oltre i 200 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare. Sono risorse destinate ai Centri di ricerca, alle imprese agro-industriali, nonché alle reti di imprese. Importante sarà che la nuova Camera di Commercio promuova la trasformazione green delle imprese; un punto di partenza potrà essere il check-up del processo produttivo, ossia l’analisi delle diverse fasi di produzione, allo scopo di individuare gli ambiti di intervento per l’ottenimento di vantaggi ambientali (riduzione sprechi e rifiuti, ecodesign, riutilizzo e scomponibilità dei prodotti). Senza dubbio, sarà necessario destinare risorse camerali per far si che le imprese del nostro territorio si avviino verso questo cambiamento e importante sarà utilizzare bandi che siano facilmente accessibili e di efficace impatto sul territorio». 

L’ambiente, il mare, il turismo. Ricchezze su cui le nostre due province devono e possono costruire un nuovo e moderno modello di sviluppo.

«L’economia del mare rappresenta una importante risorsa non solo per la provincia di Latina che ha 132 Km di costa, ma anche perché il mare è una porta di accesso al territorio più interno della provincia di Frosinone, rappresentando un valore aggiunto per l’intera area. Con economia del mare si intende l’insieme di più settori: la portualità, la filiera ittica, la filiera della cantieristica, le attività turistico ricettive, il turismo sportivo la tutela dell’ambiente, la ricerca. Rispetto a qualche anno fa il tema va ripensato nell’approccio, ma mantiene inalterata tutta la sua importanza. Per darvi una dimensione, il Lazio è la 3° regione in Italia con 36 mila le imprese che producono 8 miliardi di euro di valore aggiunto. In provincia di Latina sono 3.700 le imprese che danno lavoro a 11 mila persone per un valore economico di 516 milioni di euro. Su questa risorsa straordinaria dovremo lavorare tutti insieme per costruire nuove traiettorie. 7 Le reti di impresa sono una occasione che le nostre imprese e i nostri territori devono cogliere per superare i limiti della piccola dimensione e per offrire opportunità che solo con la condivisione degli sforzi di più interlocutori, imprese e Istituzioni, è possibile raggiungere. Vi voglio dare i numeri perché rappresentano una realtà di assoluto rilievo: il Lazio è la prima regione d’Italia per numero di imprese in rete, sono quasi 9 mila le aziende che operano con un contratto di rete (al secondo posto la Lombardia con 3.700 imprese). E’ imminente l’uscita del nuovo bando regionale e anche su questo noi dobbiamo lavorare in sinergia per sfruttare al massimo le risorse che saranno messe a disposizione. Sappiamo tutti che questo processo richiede un cambiamento culturale e, in tal senso, la Camera di Commercio può assumere un ruolo di primo piano per favorire l’aggregazione fra imprese, nonché la collaborazione con Enti/organismi in un’ottica di rete».

Ma per rendere solide le imprese del territorio e per riuscire ad essere competitivi con il mercato e con le sfide dell’innovazione serve l’impegno di tutti gli attori economici.

«Un’ulteriore priorità è la tematica del credito – prosegue Acampora -. Noi tutti ci sappiamo che in questo momento di grave crisi economico-finanziaria sono urgenti misure finalizzare a favorire l’accesso al credito. Per prevenire le crisi di liquidità delle imprese causate dall’emergenza sanitaria ed economica, saranno necessarie misure straordinarie, anche con dimensione locale, dedicate all’abbattimento del tasso di interesse applicato su finanziamenti bancari per operazioni di liquidità; anche le operazioni di patrimonializzazione aziendale, tramite contributi in conto abbattimento interessi, sono uno strumento che interviene sulla dimensione aziendale, favorendone il processo di crescita. Non da ultimo, come tutti voi sapete, la riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.lgs. n. 14/2019), ha previsto l’istituzione, presso ciascuna Camera di Commercio, di un Organismo di Composizione della crisi di Impresa (OCRI). In base a questa disposizione legislativa, gli organi di controllo dell’impresa devono segnalare all’organo amministrativo il rischio che l’impresa non possa onorare il debito e se non vengono adottate misure adeguate per superare lo stato di crisi, si avvia la procedura con la nomina di un collegio di tre esperti, che dovranno assistere il debitore. Voi comprendete quanto delicato sia il ruolo che la nuova Camera dovrà svolgere e tutti noi saremo coinvolti perché un esperto sarà nominato nell’ambito delle associazioni di categoria del settore di riferimento del debitore. Tutto questo avverrà entro settembre del prossimo anno. Anche a tale fine è importante il ruolo delle professioni ordinistiche nell’ambito territoriale di Latina, Cassino e Frosinone. Per questo, sarà fondamentale, nella progettazione e nello sviluppo degli interventi nei vari settori economici, avere il supporto tecnico-giuridico delle professioni, valorizzandone il ruolo, anche come partecipazione attiva negli organismi rientranti nella sfera di azione della nuova Camera, nonché favorendo progetti formativi per i professionisti adeguati alle esigenze delle varie aree».

E veniamo al tema dolente, non può esserci sviluppo senza infrastrutture. Servono quelle immateriali delle reti, ma sono altrettanto fondamentali quelle fisiche e materiali, in primis i collegamenti viari.

«Purtroppo dobbiamo ancora evidenziare che il tema della carenza delle Infrastrutture rimane uno dei temi più importanti per i nostri territori, e maggiormente per la Provincia di Latina. Noi, come sistema delle imprese, non dobbiamo e non possiamo rimanere isolati dall’Italia e dall’Europa, ma abbiamo difficoltà anche nei collegamenti tra le due province. I nodi irrisolti sono molti, e le tematiche hanno dimensioni che superano i nostri territori, ma la nuova Camera vigilerà e farà sentire la sua voce, fino a quando l’obiettivo di modernizzare le infrastrutture non avrà trovato soluzione Faccio solo alcuni esempi degli interventi sui nostri tavoli da anni e ancora non risolti: infrastrutture viarie – indispensabile il collegamento longitudinale che riduca sostanzialmente i tempi di percorrenza; parliamo della “bretella Cisterna-Valmontone” – “dell’Autostrada Roma-Latina” con la possibilità futura di ampliamento verso sud, MOF e Porto di Gaeta e il superamento della città di Formia attraverso la pedemontana – del “completamento del 3° lotto della SS. 156 Monti Lepini Latina-Frosinone; l’adeguamento della superstrada Formia Cassino, la Littorina del golfo di Gaeta. logistica – Ampliamento delle capacità del sistema ferro-gomma nelle piattaforme logistiche in esercizio e in costruzione, Latina scalo e Consorzio Sud Pontino; mobilità – Potenziamento del servizio ferroviario sulla linea Formia-Roma con aumento frequenze tenuto conto dell’entrata in esercizio della TAV; portualità – E’ importante, che il porto di Gaeta possa realizzare in pieno la propria funzione di “Porto Internazionale Frontaliero” (classificato PIF dalla CEE, insieme a Livorno e Trieste) a vocazione agro-alimentare-ittico, svolgendo una funzione primaria in tutto il Mediterraneo. In tal senso è prioritario il “superamento” di Formia attraverso un collegamento diretto con San Vittore e il collegamento con il sistema autostradale e la dorsale con l’Adriatico». 

L’economia del territorio poi secondo Acampora non può essere slegata dai valori che quel territorio esprime. Dunque le scelte della nuova Camera di Commercio del Basso Lazio saranno improntate non solo alle logiche di profitto.

«Mi avvio a concludere questa lunga intervista – spiega Acampora – focalizzando la nostra attenzione su quella che viene oggi definita l’economia civile e cioè l’economia come bene sociale che pone al centro la persona e il valore del lavoro manuale e intellettuale, che non va considerato solo come un fattore di produzione. Dovremo fare scelte a volte anche contro la logica del profitto perché sarà importante oggi più che mai il valore sociale che ne sarà generato per i nostri territori in un’ottica coesa e partecipativa. Un nuovo modello di sviluppo inclusivo, partecipato e sostenibile, in cui voglio evidenziare il ruolo di assoluta importanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, delle Associazioni dei Consumatori e dei Liberi Professionisti, del costituendo Comitato dell’imprenditoria Femminile che contribuirà attraverso l’apporto delle esperienze di tutti, ad arginare i confini dell’illegalità in uno spirito di economia rigenerativa dove il mondo della cooperazione trova la massima espressione».

Infine l’appello, doveroso, a superare le divisioni di questa lunga fase elettorale per lavorare uniti nel rispetto delle peculiarità delle due province e nell’ottica di una valorizzazione comune del territorio.

«Dobbiamo trovare la sintesi nella nuova Camera più forte – conclude Acampora  -, nata dall’esperienza consolidata di due Enti e di due territori. Il cambiamento che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi cinque anni, sarà molto impegnativo. La sfida sarà trovare l’equilibrio tra peculiarità, identità culturali, vocazioni produttive di entrambi rispettando le reciproche diversità, sapendo che siamo due territori che già condividono tante affinità. L’operazione da compiere è trovare quel fattore moltiplicativo aggregativo che deriva dalla somma che non è solo una questione di numeri, perché il nostro Ente oggi è chiamato a esprimere le ambizioni di un territorio più ampio e articolato, con una responsabilità ancor più importante e che deve ispirarsi ai seguenti principi:
• L’aggregazione, in quanto noi tutti Consiglieri saremo chiamati a collaborare al fine di accrescere la coesione territoriale e massimizzare l’efficacia degli sforzi da compiere e le ricadute sul sistema economico;
• La trasparenza, in uno sforzo costante di informazione e dialogo con l’esterno e di valutazione delle progettualità;
• La condivisione delle competenze in uno spirito partecipativo che vedrà ognuno di noi impegnato attivamente.

Facendo un paragone calcistico, “Dovremmo tutti noi lavorare come una squadra, tenendo presente sempre che il fuoriclasse ti fa vincere la partita ma la squadra ti fa vincere il campionato”. E per vincere il campionato la nostra squadra deve necessariamente lavorare e condividere anche con le Associazioni come Unindustria e Cna che compongono questo importante Ente e che ci vedono oggi su posizioni contrapposte. Sarà una Governance condivisa, estremamente bilanciata che vedrà la giusta rappresentanza con una forte ed autorevole Vice Presidenza Vicaria, ed una ulteriore , come previsto dalla norma , Vice Presidenza. Ci hanno chiesto di affogare o galleggiare e noi oggi abbiamo scelto di volare. Tutti insieme ce la faremo!»


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Giornalista Professionista dal 2007 - Fondatore di News-24.it: nella mia carriera ho diretto la redazione sportiva del Quotidiano La Provincia di Latina fino al 2013, dal 2008 al 2013 ho collaborato con ExtraTv, ho ricoperto l'incarico di addetto stampa della Top Volley in serie A1 e nel 2014 per sei mesi sono stato condirettore del quotidiano Latina Oggi Notizie. Attualmente mi occupo di informazione on line e social media con un occhio attento alle profonde modificazione che i nuovi mezzi di comunicazione stanno imponendo ai nostri stili di vita.