Nell’ambito del recente affidamento della gestione delle Zone Speciali di Conservazione denominati “Fondali tra Capo Portiere e Lago di Caprolace (foce)” e dei “Fondali tra Capo Circeo e Terracina”, l’Ente Parco Nazionale del Circeo ha stipulato un accordo di collaborazione con l’Associazione Riconosciuta A.S.S.O. (Archeologia, Subacquea, Speleologia e Organizzazione) per la tutela del tratto di mare interessato. In particolare, per quanto riguarda il recupero di attrezzature da pesca abbandonate in mare e per le relative attività di sensibilizzazione e divulgazione.
Come è noto, il tema dei rifiuti solidi lasciati in acqua è una delle maggiori minacce per gli ecosistemi marini. Solo poco più del 20% della plastica viene riciclato o incenerito, il resto giace nelle profondità. Ad oggi, nei mari, sono presenti oltre 150 milioni di tonnellate di plastica. Tra questi, il pericolo maggiore è costituito dalle reti da pesca, abbandonate o perse, dove spesso animali marini, quali tartarughe, uccelli, cetacei e pesci di ogni genere, rimangano impigliati, trovando la morte. Inoltre, da quando la canapa è stata sostituita dalle fibre plastiche di nulla disgregazione, il problema è sempre più emergente e di complessa soluzione anche per via della generazione di nano particelle plastiche la cui degradazione richiede tempi molto lunghi.
Pertanto l’Ente Parco in sinergia con l’associazione ASSO, con il supporto della Capitaneria di Porto e mediante il coinvolgimento di altri soggetti, mira ad avviare un programma di sensibilizzazione sul tema dell’abbandono in mare di rifiuti solidi anche attraverso uno specifico progetto denominato “Noi e il mare”, che va ad integrarsi con l’azione svolta dal Battello Spazzamare “Circeo” in dotazione dell’Ente Parco e donato dal Ministero dell’Ambiente.
“L’accordo anche attraverso la diretta collaborazione con i Comuni costieri – spiegano, il presidente Antonio Ricciardi e il direttore Paolo Cassola – intende coinvolgere pescatori, subacquei sportivi e professionali, Diving Center, Associazioni Subacquee, capitaneria di porto e altre realtà in modo che, insieme, si possa operare per tutelare e valorizzare questo tratto di mare a partire dal recupero del maggior quantitativo possibile di rifiuti e contribuire a divulgare un messaggio di rispetto per l’intero ecosistema marino. L’auspicio ovviamente è che il Senato possa definitivamente sbloccare l’approvazione della cosiddetta Legge Salvamare ‘Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare”.
“Attualmente – sottolinea Cassola – i pescatori ancora non possono portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti e devono assurdamente ributtarla a mare per non incorrere nel reato di trasporto illecito di rifiuti ed essere considerati produttori di rifiuti, dovendo tra l’altro pagare loro lo smaltimento”.


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