La piccola Eshter 5 anni livornese ostaggio della malasanità ad Anagni

La pediatra dell’ASL prima rifiuta di prescrivere gli esami poi lo fa con troppo ritardo

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ANAGNI (FR) – Nonostante il referto medico dei professionisti dell’ospedale Bambin Gesù la pediatra dell’ASL di Anagni nega le visite strumentali alla piccola Esther, 5 anni a gennaio, affetta da un disturbo dello sviluppo legato allo spettro autistico. Nei messaggi whattsapp si legge chiaramente il diniego della dottoressa e l’invito a rivolgersi altrove. “Ma come, siamo qui a pagare per un servizio e poi dobbiamo spendere per andare da un privato? Qui si gioca con la salute mentale dei genitori e dei bambini e si va contro il codice deontologico”, la mamma Alessandra Lizzio, livornese di 42 anni, cantante e revisionatrice delle sigle per i cartoni giapponesi, sposata con Emiliano Bossi ad Anagni, è arrabbiatissima. Andare da un privato, denunciare tramite un avvocato, coinvolgere la politica con Roma Civica, la mamma di Eshter le ha tentate tutte, poi finalmente le impegnative, ma dopo troppa attesa e troppa ansia, e non ci sono mezze parole, per Alessandra è “discriminazione”. La neuropsichiatria di Anagni necessita da tempo di un ampliamento dell’organico, ci sono solo due specialisti e le lamentele non arrivano solo dalla mamma di Esther, ci sono parecchi altri vocali di altri genitori arrabbiati raccolti da lei che già lo scorso anno si è rivolta a Le Iene e a Fuori dal Coro per un altro caso di discriminazione, quello legato agli affitti nella città di Livorno. Infatti Alessandra che a Livorno è rimasta molto legata e conosciuta, ha cercato di tornare a casa con la famiglia per essere vicina al reparto di neuropsichiatria infantile livornese che è uno dei migliori in Italia. Ma gli agenti immobiliari non hanno mai dato una risposta soddisfacente. Gli affitti a Roma vicino all’ospedale Bambin Gesù costano troppo, e così Alessandra, Emiliano e la bimba sono costretti a rimanere ad Anagni “ostaggi” di una situazione paradossale che gli nega benessere e normalità, per loro e soprattutto per la piccola Eshter, che per crescere felice e superare le difficoltà che la sua patologia gli mette di fronte, ha bisogno di cure mediche specialistiche continue. Questa la lettera di Emiliano ed Alessandra: “Esther 5 anni, disabile, legge 104 art 3 comma 3, con esenzione per disabilità, forse pure autistica quindi deve fare una serie di accertamenti, dal bambino Gesù richiedono un elettroencefalogramma, un controllo dal genetista, e esame audio impedenziometrico, dal Bambino Gesù di San Paolo a Roma, non da Pino il falegname, con tutto rispetto per il nobile mestiere. La pediatra si rifiutava di farle le prescrizioni con la motivazione che non aveva il referto medico specialistico, mentre invece suddetto lo aveva perché inviato la sera prima dove lei mi aveva risposto di richiamarla l’indomani mattina in studio, fino a che non le ho citato chiaro e tondo cosa dice il sito salute governo, e il codice deontologico medico, allora li si è sbrigata a farmi le impegnative. Quindi i medici di base, e intendesi anche i pediatri di libera scelta, facendosi forti sull’ignoranza della gente giocano con la salute fisica e mentale sia di adulti ma specialmente di bambini. Allora Emiliano ed Alessandra, papà e mamma di Esther, si domandano: Ma davvero bisogna andare dal proprio curante o dal pediatra con l’avvocato accanto? Ma non dovrebbero essere i pediatri di libera scelta e i medici di base le figure preposte alla prevenzione territoriale? E i succitati non sono gli stessi che sottoscrivono il giuramento d’Ippocrate? Essendo destinate parti delle nostre tasse nel servizio sanitario nazionale per quale motivo dobbiamo aver paura di avvalerci dello stesso, essendo messi in condizione di ricorrere SEMPRE al privato? Perché il governo non è più trasparente sulle tasse che paghiamo? PRETENDIAMO CHE LA ASL DI FROSINONE PRENDA DEI PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI CONTRO QUESTA PEDIATRA, PERCHE’ SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO: SULLA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI SEMBRA CHE COMANDINO QUESTE FIGURE CHE DI TUTTA RISPOSTA FANNO DEL GIURAMENTO D’IPPOCRATE E DEL CODICE DEONTOLOGICO CARTA STRACCIA”


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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.