“Sulla Signora del Vento continuo a battermi, per lei e per i ragazzi che con lei diventeranno marinai. Ricordo che parliamo di un veliero, il più grande d’Italia dopo l’Amerigo Vespucci, che è una nave laboratorio unica in Europa, ed è il vanto dell’istituto nautico Caboto di Gaeta, ma anche di tutti gli istituti nautici Italiani, che crea in modo proficuo, e unico nel suo genere, l’alternanza scuola-lavoro. Una formazione di alto livello per l’attività di monitoraggio del mare. Un esempio di scuola che funziona, quella di cui abbiamo tremendamente bisogno e di cui, in una fase in cui si discute tanto di come far ripartire le nostre scuole, ancor di più. Tutto questo però è stato bruscamente interrotto da una violenta mareggiata che nel novembre scorso ha pesantemente danneggiato il veliero. Da allora l’Istituto Caboto è stato capofila, insieme ad altre scuole italiane, di un progetto di gestione di alto livello per riparare i danni e far riprendere le attività didattiche. L’ex ministro Lorenzo Fioramonti e l’attuale ministro Lucia Azzolina hanno previsto un budget di spesa che è insufficiente allo scopo. Per far rinascere questo esperimento unico in Europa servono poche centinaia di migliaia di euro. I lavori di riparazione prevedono infatti una spesa di quasi due milioni di euro e l’assicurazione copre poco più della metà. Mi sono battuto a lungo, e a tutti i livelli, dal Ministero dell’Istruzione al Governo, fino al Ministero della Difesa, anche con la presentazione di un ordine del giorno per impegnare l’Esecutivo a trovare i fondi nell’ambito del decreto sulla scuola e far ripartire le attività formative e di ricerca, ordine del giorno che incredibilmente è stato dichiarato inammissibile. Ma non mi fermo. Continuerò a battermi affinché la Marina Militare acquisisca la “Signora del Vento”, concedendo all’Istituto Caboto ed agli altri Istituti Nautici la possibilità di svolgere attività di alternanza scuola-lavoro o l’opportunità di adottare ogni altra misura utile affinché, individuate le risorse finanziarie necessarie, la Marina e il “Caboto” possano concertare le modalità di gestione della nave per consentirne l’uso a fini formativi. Si tratta anche di una battaglia contro il tempo, visto che così stando le cose a breve il Caboto rinuncerà al veliero, ma che voglio combattere fino in fondo. La scuola non si affonda e neppure la Signora del Vento”.


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