L’angolo delle curiosità artistiche

40

Che la natura imiti l’arte non è un paradosso uscito dalla penna di Oscar Wilde, ma l’audace formulazione di un poeta latino, Ovidio, che segna una svolta radicale nell’estetica antica, fondata sul principio della mimesi che, esaltando la fantasia e la capacità immaginativa  dell’artista, apre prospettive inesplorate per la letteratura e l’arte europea. (Gianpiero Rosati)

 Il teologo arabo Giovanni Damasceno ha scritto: «Se un pagano viene e ti dice: “mostrami la tua fede”, tu portalo in chiesa e mostra a lui la decorazione di cui è ornata e spiegagli la serie dei sacri quadri».

          Artemisia Gentileschi visse gli ultimi anni della sua vita a Napoli (tra il 1635 e il 1654, presunto anno della sua morte). Nella capitale del viceregno spagnolo avviò una fiorente bottega collaborando con i maggiori artisti locali. Tra le sue opere sono da ricordare Sansone e Dalila e Autoritratto come santa Caterina d’Alessandria; questo ultimo dipinto fa parte delle collezioni della National Gallery di Londra

          Ha scritto il filosofo francese Merleau Ponty di Cézanne (Aix-en -Provence 1839-1906) che lavorava sul colore, convinto che il disegno scaturisse dalle tonalità: «Lasciato a sé stesso, ha saputo guardare la natura solo come un uomo sa fare». Il pittore francese dipingeva ininterrottamente, maniacale, «cento sedute per una natura morta e centocinquanta per un ritratto»

          Hans Belting è uno storico dell’arte tedesco, specializzato soprattutto nell’arte del Medioevo, del Rinascimento e del XX secolo, ha dato un contributo fondamentale allo studio della funzione delle immagini nel mondo occidentale. La sua ricerca sul rapporto tra le immagini e la religione ha impresso una svolta negli studi storico-artistici esaminando l’arte per la liturgia dai primordi del cristianesimo sino a quando la Riforma protestante decise di prescindere dal concetto stesso di arte, preferendo le pareti imbiancate a quelle istoriate.

          I Macchiaioli sono stati i giovani pittori, non solo toscani, che nella seconda metà dell’Ottocento, in aperto contrasto con la tradizione accademica, si schierarono a favore di un rinnovamento dell’arte in chiave realista e popolare. Alcune famose opere esposte in diverse collezioni pubbliche sono le Cucitrici di camicie rosse di Borrani, Una madre di Lega, L’amatore delle arti di Boldini e Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta di Fattori.

         Il Futurismo ebbe inizio con il Manifesto di Marinetti nel 1909. Gli artisti della prima generazione del movimento furono Boccioni, Carrà, Russolo, Sant’Elia, Balla che posero le basi per un’arte del futuro con l’obiettivo del risveglio delle coscienze

          Per Giovanni Segantini (Arco, 15 gennaio 1858 – monte Schafberg, 28 settembre 1899) pittore italiano, tra i massimi esponenti del divisionismo) «L’arte non è solo l’attività che produce la bellezza, ma è la sola attività che produce la ricchezza nel vero senso della parola».

Kakuzo Okakura  (Yokohama, 14 febbraio 1862 – 2 settembre 1913) scrittore giapponese, ha scritto: «»L’uomo primitivo trascese la sua condizione di bruto quando offrì la prima ghirlanda alla sua fanciulla. Elevandosi al di sopra dei bisogni naturali primitivi, egli si fece umano. Quando intuì l’uso che si poteva fare dell’inutile, l’uomo fece il suo ingresso nel regno dell’arte».

 

 

 

 

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteElezioni Regionali 2023, Confcommercio Lazio incontra i candidati alla Presidenza: «Ecco le priorità che andranno affrontate»
Articolo successivoCarnevale, Lega: «Caro carburanti, ritardi nelle pratiche Uma e gap infrastrutturale: risolvere i problemi a tutela delle imprese e degli operatori agricoli della provincia di Latina»