L’angolo delle curiosità: Italo Calvino

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L’angolo delle curiosità: Italo Calvino 

La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme.        Italo Calvino, Palomar (1983)

Nell’intervista rilasciata ad Antonio Gnoli su Robinson (28 gennaio 2004) l’editore Vincenzo Campo ha dichiarato che una delle ultime frasi, in lingua francese che Italo Calvino ha pronunciato, dopo essere stato colpito da ictus è stata: «Je suis un abat-jour allumé». Questa frase forse rivelava l’esperienza patafisica (della scienza delle soluzioni immaginarie) che lo scrittore visse nel gruppo di scrittori e matematici francesi OuLipo.

Italo Calvino, narratore eclettico e visionario del nostro Novecento, colui che seppe coniugare nella scrittura le nobili arti narrative di “leggerezza”, “esattezza”, “visibilità” e “molteplicità, scrive nell’ultimo romanzo pubblicato nel 1983, due anni prima di morire. «La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme».

Italo Calvino, per i fatti di Budapest del 1956 si sentì vicino ad Antonio Giolitti che aveva rivolto alla dirigenza del partito comunista critiche puntuali e argomentate, accolte da un silenzio gelido e ostile, tanto che aveva deciso di uscirne. Il I° agosto 1957 formalizzò anche lui le dimissioni con una lettera che venne pubblicata sull’Unità. Si chiuse definitivamente in questo modo il suo impegno politico.

Nel novembre del 1959 il trentaseienne Italo Calvino partì per l’America con una borsa della Ford Foundation per i giovani scrittori europei. Vi rimase due mesi. Per lui New York era una «città geometrica, cristallina, senza passato, senza profondità, che posso illudermi di padroneggiare con la mente, di pensarla tutta intera nello stesso istante». Il suo viaggio proseguì verso Chicago, Detroit, la California, il Texas e il Sud. La full immersion negli Stati Uniti nutrirà a lungo il suo immaginario. L’America è stata l’unica vera vacanza che lo scrittore ligure si è concesso.

Il titolo Palomar l’ultimo romanzo pubblicato da Calvino nel 1983, due anni prima di morire, deriva dal nome del protagonista, ma fa anche riferimento all’osservatorio astronomico di Monte Palomar, situato a San Diego in California, dove è collocato il famoso telescopio Hale, lungo 5 metri, uno dei più grandi al mondo.

Italo Calvino, considerato uno degli scrittori europei più interessanti e dei più colti,  ha avuto un rapporto molto profondo con Cuba dove era nato, anche se vi aveva vissuto soltanto per due anni. Era interessato al Paese perché aveva una enorme curiosità, e la realtà cubana lo emozionava. Non fu soltanto un grande narratore, ma un pensatore, un intellettuale. È stato un uomo straordinario irripetibile, che ci ha aiutato a capire la realtà, che ha avuto una visione universale della cultura.

Le Lezioni americane, pubblicate nel 1988, tre anni dopo la morte prematura di Calvino, sono rapidamente diventate un classico. L’autore aveva previsto che la letteratura del nuovo millennio sarebbe stata caratterizzata da sei requisiti: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, consistenza. Questi sei requisiti  utilizzati in molte delle sue opere, facevano parte non solo della letteratura  ma anche dell’etica, della politica e della conoscenza: insomma della vita.

Oggi però quei requisiti, secondo Eugenio Scalfari sono diventati altra cosa. La leggerezza si è trasformata in superficialità, la rapidità  in pressapochismo, l’esattezza in arida pedanteria, la visibilità  in esibizione, la molteplicità in trasformismo. L’eleganza intellettuale da Calvino  auspicata e rappresentata è diventata trivialità, volgarità, pesantezza.


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