LATINA – “Quello che sta succedendo merita una puntuale ricostruzione e una netta presa di posizione: durante i mesi della candidatura a capitale della cultura, quando la città era in gara, gli esponenti di LBC non si sono preoccupati di partecipare con idee o progetti ma hanno preferito notificare una richiesta di accesso agli atti al ministero della cultura per conoscere ciò che era stato depositato e per capire se l’amministrazione avesse detto il vero”, commenta il vicepresidente di Fare Latina Roberto Stabellini.

Richiesta immediatamente respinta dal ministero, che ha altresì stigmatizzato tale condotta perché assolutamente irrituale. Il ministero in quella sede, peraltro, specificò ai richiedenti che il dossier era secretato e che giustamente il comitato organizzatore non poteva pubblicarlo perché si sarebbe inficiato la competizione.
Nonostante ciò – continua Stabellini – hanno proseguito in una campagna infamante che ha più volte visto al centro di critiche il comitato promotore e gli esponenti politici promotori dell’iniziativa, per non aver reso pubblico il lavoro del dossier. Hanno continuato con la campagna di fango fino al giorno dell’audizione e dopo.
E adesso continuando ad infangare il lavoro fatto, con richieste di accesso ad atti e ai conti che sono già pubblici perché pubblicati sul sito e nella trasparenza.
Chiaro che questa condotta (questa sì) non solo ci ha ridicolizzato agli occhi della commissione ministeriale e del ministero tutto, ma ha fortemente indebolito il lavoro svolto. È tempo che ognuno si assuma le responsabilità di ciò che fa e soprattutto di ciò che non fa”, conclude Roberto Stabellini.

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