Latina, le donne dicono no allo stalking: dieci denunce ogni settimana

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LATINA – Otto donne. Otto professioniste. Otto relatrici.
Maria Luigia Spinelli e Daria Monsurrò, sostituti procuratore della Repubblica di Latina, Margherita Anzini, comandante compagnia dei carabinieri di Terracina, Alba Faraoni, ispettore squadra polizie giudiziaria divisione anticrimine di Latina, Silvia Siciliano, avvocato penalista, Monica Forlivesi, giornalista de Il Messaggero, Franca Marzella, psichiatra e psicoterapeuta del servizio salute mentale donne della Asl di Frosinone, Alga Madia, presidente dell’associazione ED Essere Donna di Latina.
Sono loro le protagoniste del convegno “Il reato di Stalking: a sette anni dalla legge cosa è cambiato, quali gli strumenti”, organizzato dall’ associazione ED Essere Donna di Latina sabato mattina presso il liceo classico Dante Alighieri.
Otto donne, ognuna di loro nei rispettivi campi di competenza, hanno analizzato, fornito informazioni e strumenti, su quello che hanno definito “un reato di genere”, dato che oltre il 90 % delle vittime sono madri, figlie, sorelle, amiche.
Donne perseguitate da uomini.
Nella maggior parte dei casi da quegli uomini che, celandosi dietro la parola amore, invece di proteggerle, accudirle e amarle, le hanno fatte prigioniere cambiano loro la vita e la loro essenza. Maltrattamenti di ogni genere, psicologici e fisici, per eclissare, con la violenza, le proprie insicurezze e debolezze. Dieci le denunce per stalking che arrivano negli uffici della procura di Latina ogni settimana, come spiegato dal sostituto procuratore Monsurrò, due o tre delle quali ad alto rischio. Situazioni sempre più nostre dunque, e verso le quali, come sottolineato dalla giornalista Forlivesi, “non è più possibile esprimersi con le parole delitti passionali o delitto d’amore, perché di passione e di amore proprio non c’è traccia”.
Le relatrici parlano mentre sullo schermo scorrono delle immagini, che raccontano, con foto e brevi descrizioni, storie di donne finite male. Da prima litigi, incomprensioni e rotture che hanno fanno perdere la testa al partner che reagisce con atteggiamenti cattivi e irrazionali. Pedinamenti, appostamenti sotto casa, sms intimidatori, irruzioni nel posto di lavoro, aggressioni verbali e fisiche per strada, tanti e tali da rendere le vittime fragili e insicure.
E’ per questo che molto spesso le vittime tendono a minimizzare, a perdonare o addirittura a colpevolizzarsi davanti ai segni di violenza. Hanno paura. Credono di essere capaci di gestire la situazione o semplicemente si vergognano. Tanto. Preferiscono subire piuttosto che reagire.
“Oggi più di ieri – spiega il sostituto procuratore Spinelli, abbiamo gli strumenti normativi e sociali per non far sentire sole le donne. Solo denunciando si può uscire da una spirale in cui si è stati trascinati”.
Tanti dunque gli strumenti a disposizione, come il numero 1522, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, che offre un servizio di accoglienza telefonica multilingue e attivo 24h/24 per 365 giorni l’anno rivolto alle vittime di ogni forma di violenza. E’ un servizio che ha come scopo quello di estendere e rafforzare questa capacità di accoglienza e sostegno nei confronti delle vittime di violenza di genere e stalking.
Il convegno organizzato dall’associazione ED Essere Donna di Latina ha contribuito a fortificare quel legame fra istituzioni, realtà associative e giovani cittadini, uomini e donne, che con la loro partecipazione hanno voluto esprimere un netto ed incondizionato rifiuto verso ogni atto lesivo della dignità dell’integrità fisica della libertà della scelta della donna.


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