Le difficoltà delle molte aziende italiane in Etiopia tra la crisi con il Sudan e la creazione della diga GERD.

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Tanti i partecipanti alla sentita conferenza stampa promossa dalla società etiopica in Italia su piattaforma Zoom nei giorni scorsi. Hanno partecipato esponenti della comunità che da anni vivono in Italia avendo sempre a cuore le sorti del loro paese di origine, al quale sono molto affezionati. Anche la numerosa e operosa collettività di Latina era presente con suoi rappresentanti.
La conferenza verteva sul delicato momento che attraversa oggi l’Etiopia, in particolare la grave vicenda del Tigrai, scoppiata in concomitanza di cruciali trattative riguardanti la diga GERD sul Nilo Azzurro e dell’inaspettata aggressione militare del Sudan che mina la sicurezza del paese e che rischia di innescare gravi conseguenze su un’area di vasta portata.
Gli intervenuti hanno auspicato la piena risoluzione del problema tra le due nazioni e un lungo periodo di pace, essendo contrari a ogni forma di belligeranza per il bene di tutto il Corno d’Africa, da anni al centro di intricate vicende. Durante il meeting si è messo in risalto il particolare rapporto che lega l’Etiopia all’Italia che nel 1936 – dopo una guerra sanguinosa – ne fece una occupazione militare. Si formò l’Africa Orientale Italiana, insieme a Eritrea e Somalia, antiche colonie. L’italia è un partner commerciale importante, fondamentale per import ed export. Sono tante le imprese italiane che operano in Etiopia per realizzare grandi e piccole opere. I rapporti istituzionali tra i governi di Roma e Addis Abeba sono essenzialmente buoni, la collaborazione non è mai mancata. Presenti operatori italiani in ogni settore, cooperanti impegnati in missioni umanitarie apprezzate dalla popolazione dell’Etiopia per la qualità degli interventi e la passione messa in atto. La diga GERD, realizzata con cura e competenza dall’azienda italiana Salini, permetterà la creazione di un bacino artificiale di 267 km di lunghezza, 243 di larghezza, profondità massima 140 mt, il più grande dell’Africa. In totale 74 miliardi di metri cubi d’acqua proveniente dal Nilo Azzurro. Una grande opportunità per la pesca, la cantieristica e tante altre attività che potrebbero interessare aziende del Bel Paese.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.