MILVA DAI QUATTRO VESTITI
1) Cantante leggera e contralto 2) Attrice e interprete versatile, intelligente 3) In-genua (originale) e sentimentale 4) Politicamente impegnata. L’ho conosciuta, frequentata da spettatore ed estimatore constatandone ogni volta la incredibile umanità e generosa propensione verso gli altri, l’umiltà intellettuale, la voglia di conoscere e con continuare a studiare come fosse una principiante. Benché vocalmente dotata non le bastava: la voce non solo strumento musicale bensì un’ “arma” da vibrare in nome di un’ ideale lotta per la solidarietà tra gli uomini. Insomma, uno strumento portentoso non solo vocale ma e soprattutto di “aggregazione”, di chiamata “alla riscossa”, popolare nel senso più ampio. Ho sempre pensato che prima di diventare la “creatura” di Strehler lei in pectore o per istinto sia stata un’autentica creatura del popolo, popolare nel senso più vero, con valenze del tutto diverse rispetto a una Mina che popolarissima sicuramente è. Il suo Brecht è stato ampiamente riconosciuto e apprezzato dai tedeschi, al Berliner Ensemble. I suoi album “Canzoni tra le due guerre” (di cui il bel recital al Piccolo di Milano e teatro Eliseo di Roma, grandissima emozione ad ascoltarla e vederla), “Libertà-Canti di libertà di tutto il mondo” tra cui 25 Aprile 1945, Per i morti di Reggio Emilia, altri. Una presenza la sua che non si dimentica, chi l’ha vista e sentita solo in televisione o a Sanremo non può avere l’idea di lei grande interprete drammatica: per apprezzarne pienamente l’arte, infatti, bisogna averla vista in teatro trattandosi di un autentico animale da palcoscenico. Ovviamente Strehler l’ha catturata e “moltiplicata” affidandole il ruolo di Jenny delle spelonche nella memorabile edizione del ’76 de “L’opera da tre soldi” di Brecht, rappresentata a Parigi al teatro Chatelet nel 1985 in versione francese, attori della Comedie Francaise, lei unica italiana nel ruolo di Jenny (condicio sine qua non per il Maestro!), alla quale lo sciovinista pubblico francese riservò un’ovazione davvero plateale. Fummo invitati mia moglie e io a seguito della sua venuta a Latina per l’inaugurazione della nuova sede dell’allora Istituto Magistrale Manzoni, interpellata dal Preside (il sottoscritto) portavoce dell’allora sindaco Nino Corona che mi chiese un’idea per quell’occasione; incontrata in seguito e vista più volte al Piccolo, a Roma in occasione dei due magnifici recital “Io Bertold Brecht” in coppia con lo stesso Strehler (lettore-interprete) e “Milva canta un nuovo Brecht- Non sempre spende la luna”. Portai gli alunni a Santa Cecilia (via della Conciliazione) dove provava “I sette peccati capitali dei piccoli borghesi” di Brecht-Weill (direttore Marcello Panni), poi per “La vera storia” di Luciano Berio, testi di Italo Calvino (direttore lo stesso Berio), cantava come contralto, canto e recitazione perfetti. Persona a me familiare e carissima, diretta e spontanea, di una calda umanità, pronta a schierarsi in occasione di lotte o partecipazioni politiche. Memorabile in certe sue “invettive” politico-canore come quel grido lanciato con rabbia a chi bene sa intenderne le allusioni (a parte Hitler o Mussolini) “E se mi chiederanno: chi dobbiamo fucilare? Allora mi udranno dire: Tutti! /E a ogni testa mozza che cadrà/ Mi udranno dire oplà!” e qui la famosa gestualità brechtiana diveniva di colpo il pugno chiuso di tutti i Compagni! Sì, Milva la Rossa (quasi come Rosa Luxemburg, “Rosa la rossa” nell’epitaffio d Brecht !) personaggio tra i più popolari della canzone e canzonetta (Quattro vestiti…quattro colori etc.). Con un distinguo dalla popolarità ti tante altre cantanti sue colleghe: il suo essere popolare presuppone e significa da un lato un amore sentito per il popolo, dall’altro una medesimezza umana cioè sentimento dell’uomo sociale quale possiamo ritrovare negli individui più socialmente “illuminati” di cui il Parini al suo pietoso soccorritore (si presume nobile) : “umano sei non giusto” (La caduta), buonismo e non socialismo, appunto! Con Milva se ne va una fascia indelebile del mio passato per avere avuto il privilegio di conoscere e frequentare persone e personalità determinanti per la formazione individuale e professionale. Grazie anche e sempre a te Milva tra i miei “Maestri” a me carissima. Indimenticabile. (gimaul)


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