LATINA- “Voglio, però, ricordarti com’eri. Pensare che ancora vivi e che, come allora, sorridi”.
Francesco Guccini, Canzone per un’amica.
Vedo un cuore nero postato da Cristiana Malagola, su Facebook. Capisco al volo. Monica, la sua bellezza, la sua ironia, quel sorriso contagioso tipico di chi la Vita la mangiava a morsi, se ne è andata.
Monica era un fatto. Un fatto estetico, senza dubbio bellissima. Come bellissimo è Marco, il marito adorato al quale ha dedicato uno degli ultimi post sui social, in occasione dei 28 anni di matrimonio. Come, d’altronde, bellissimi sono i suoi due figli, Giorgia e Flavio.
Mi è capitato di incontrarla spesso da Katia, sua parrucchiera ed amica. Al mare, quel mare che amava e che rappresentava bene l’Amore e la Passione per la Vita, la libertà, la gioia. Carbonelli, il Fogliano, i suoi cappelli e costumi impareggiabili. Certo, i foulard negli ultimi tempi non avevano intaccato minimamente la Bellezza di questa Donna, moglie e madre che ha affrontato la malattia, la crudeltà della malattia, con un amore decuplicato per la Vita.
Gli antichi Greci credevano in un valore, che esprimevano così: kalòs kaì agathòs. Bello e buono, ad intendere che la bellezza esteriore doveva essere un riflesso di quella interiore.
Monica era esattamente così, come del resto possono testimoniare le amiche che in questi ultimi anni non l’hanno lasciata nemmeno un attimo: Cristiana, Alessandra, Gisella, Cinzia.
Monica lascia una eredità importante, una lezione grande: la Luce!
Soltanto le persone vere sono in grado di propagare, al loro passaggio, un fascio di luce capace di rischiarare anche i momenti più bui, dolorosi, devastanti.
Ha affrontato la malattia, dunque la Morte, continuando ad amare disperatamente la Vita.
E’ riuscita nell’impresa, per nulla banale, di illuminare di Luce perfino la Morte.
Una bella lezione per la sua famiglia adorata e per noi che, pro tempore, siamo ancora quaggiù.
A Dio, Monica!
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