“Mors et Vita” oggi pomeriggio e stasera al Moderno di Latina

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LATINA – Andrà in scena oggi Domenica 7 aprile per il terzo anno consecutivo, al teatro “Moderno” di Latina l’Opera Musical “Mors et Vita”, versione musicale della Passione di Cristo proposta dall’Associazione “Cantiere dell’Arte”, con due spettacoli per il pubblico, alle ore 16:00 e alle 19:00.
Lo spettacolo, oltre ad essere patrocinato dal Comune di Latina, ha ottenuto anche quest’anno l’alto Patrocinio della Curia Vescovile della Diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno e della sezione di Latina dell’UCID Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti.
S.E. il Vescovo Mariano Crociata, ha fatto giungere anche quest’anno i suoi auguri al regista Giuseppe Li Causi: “L’iniziativa mi rallegra e mi sollecita a congratularmi con te e con quanti collaborano alla realizzazione di un’impresa culturale così significativa. Confido che molti di più possano raccogliere l’invito a partecipare ad un evento che può soltanto aiutare a vivere più consapevolmente, con l’apporto dell’arte e della musica, l’evento centrale della nostra fede, la Pasqua di Cristo”.
Lo scorso anno anche Rai 1, nel corso del programma “A Sua Immagine” condotto da Lorena Bianchetti, ha dedicato uno speciale al musical, definendolo uno degli appuntamenti più originali della Settimana Santa.
Anche quest’anno l’opera va in scena con un cast composto da più di 50 attori e ballerini e si avvale della collaborazione di tanti altri professionisti che si occuperanno di scenografie, effetti speciali, luci e costumi. Le coreografie sono state realizzate da Martina Pinti della Scuola di Danza “Dance Lab” di Latina una delle scuole più rappresentative della nostra provincia.
L’opera nasce dalla collaborazione tra Pietro Titone, autore del soggetto e dei testi e del Maestro Vincenzo Li Causi, autore delle musiche e degli arrangiamenti.
Sul piano musicale, pur essendo inevitabile un confronto con il “Jesus Christ Superstar” di Webber & Rice, si è cercato, fin dal 2004, anno della prima stesura dell’opera, un confronto-scontro-omaggio con il genere rock sinfonico che guarda a un Peter Gabriel o ai Beatles così come alla PFM. Negli anni l’opera ha subìto notevoli cambiamenti sul piano drammaturgico e conseguentemente su quello musicale. In alcuni momenti il coro (specie nel prologo-epilogo) così come nel teatro classico ellenico, delinea il pensiero degli autori suggerendo allo spettatore quale direzione estetica si voglia prendere per raccontare meglio la storia. Si è dato spazio anche all’invenzione del personaggio della madre di Giuda in un confronto con quello della Madonna che sfocerà, dopo il suicidio dell’apostolo più saggio, in una pietà laica e drammaticamente umana non necessariamente in antitesi con quello della Madre di Gesù.
Importante la scelta di non raccontare la resurrezione per meglio focalizzare l’umanità del Cristo redentore nella passione e suggerire che, nonostante la Sua venuta, rimangono nel mondo tutte le disumanità nella storia dell’essere umano con le innumerevoli guerre, le morti innocenti, l’edonismo sfrenato e tutto ciò che ci allontana dal pensiero Cristiano.
Protagonista assoluta la musica, la cornice rock esalta il dolore di Cristo, in un crescendo carico di emozioni sempre più forti. Sulla scena il bene e il male, il bianco e il nero, la morte e la vita danzano, scontrandosi e intrecciandosi fino alla fine; la musica e i personaggi diventano un fiume in piena che corre verso il pubblico. Tutto culminerà in una scena finale dal grande impatto emotivo, nella quale sfileranno le immagini di morte e di distruzione di tutti i tempi.


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