In prossimità di prove regionali, potenzialmente decisive per le sorti della legislatura, nemmeno la potenza d’urto di una pandemia è riuscita a riportare i protagonisti politici, italiani e non soli, a più miti consigli, a ricercare una linea comune per la governabilità del Paese. L’anomalia del tessuto politico italiano è l’autoreferenzialità. Non viene prima il Paese con i suoi interessi vitali e relative coerenti alleanze a sostegno, ma come sempre accade, tranne rare eccezioni, la messa in salvo della nomenclatura imperante, parcellizzata in orticelli di guerra, tra e dentro le forze politiche, attraverso una strenua difesa dei propri errori scambiata per la linea del Piave. Tra le tante impuntature, passate per coerenze rivoluzionari c’è il rifiuto del MES, il fondo salva-stati, nonostante una riforma radicale d’indirizzo rispetto al vituperato precedente in Grecia. I cambiamenti significativi vanno danno dalla riconosciuta necessità ed urgenza dell’intervento, dal non essere un prestito a termine, gratuito rispetto  all’approvvigionamento oneroso sul mercato. Una regalia? No! C’è il vincolo di destinazione che prende atto della pandemia del corona virus. Vincolante la destinazione anti-pandemia diretta ed indiretta. Dio solo sa la durata di questo evento e dei suoi strascichi da riassorbire. L’ammonimento corale a fare presto, trai più autorevoli quello della Merkel, non riesce a smuovere il no dei M5stelle divisi al loro interno tra i parlamentari favorevoli in maggioranza a chiedere il ricorso al Fondo salva stati ed il M5stelle e l’ala estrema per un no intransigente. Balza con assoluta evidenza che la difficoltà di lettura della situazione non è nel merito della scelta da fare ma nell’ottica politica-partitica che ancora prevale. La maggioranza giallo-verde è ancora un orizzonte appetibile come ancora di salvezza se salta il governo e soprattutto se dovesse il ridimensionamento elettorale essere traumatico oltre l’attuale dimezzamento nei sondaggi. Prioritario su tutto e tutti è la difesa del Sud. Se dovesse accadere che in autunno, alla temuta seconda ondata del virus dovesse essere investito il Sud con le sue croniche carenze e per giunta impreparati, nonostante la dura lezione,  il M5stelle sarebbe a rischio estinzione con ignominia. Possibile, incominciando dal Presidente della Camera al Ministro degli esteri, lanciare un messaggio di doveroso cambiamento di rotta tipo: “L’autunno è vicinissimo, rispetto ad eventuali timori sul Fondo salva-stati, la priorità e quindi la disponibilità delle risorse necessarie da investire, impone un cambiamento di rotta senza indugi.”

Rodolfo Carelli  (Ex parlamentare DC )


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