“Se vuoi si fa”. Era lo slogan in campagna elettorale di Nino Corona, per due volte sindaco di Latina (1972-1980, 1983-1985). Un primo cittadino pragmatico che ora tutti ricordano con interesse su un modo concreto di amministrare la città in pieno sviluppo demografico. Nino Corona era un democristiano di fede fanfaniana, molto vicino al potente ministro Clelio Darida. Dialogava con tutti, in particolare con i comunisti, mettendo da parte – talvolta – i socialisti craxiani che non amava troppo. Fu eletto anche consigliere regionale ma dopo due anni rassegnò le dimissioni per tornare a ricoprire la carica di primo cittadino.
Dall’aspetto apparentemente burbero, Corona era generoso e ricco di spunti ideali. La sua presenza in Piazza del Popolo è stata contrassegnata da tante realizzazioni come i teatri comunali e la casa della cultura, scuole materne, elementari, medie e superiori, palazzetto e piscina comunale, edilizia pubblica residenziale nel quartiere di Santa Rita, costruzione di strade al centro e in periferia. Il suo sogno era quello di realizzare una splendida biblioteca multimediale al posto del vecchio ospedale in Via Emanuele Filiberto. Il progetto fu affidato al noto architetto britannico James Stirling ma i suoi successori non ne vollero sapere, preferirono realizzare un parcheggio.
Corona credeva molto nello sviluppo dell’informazione locale, diffondendo il giornale Quadrato, il Giornale Pontino, Radio Latina 1, la televisione Tr1, figurava tra i sostenitori del Premio Latina per il tascabile. Era un eccellente organizzatore di eventi: nel 1984 per festeggiare i 50 anni della costituzione della provincia di latina fece arrivare il ballerino russo Rudolf Nureyev. Qualche avvenimento di spicco lo ha voluto presentare alla prestigiosa Terrazza Martini di Milano, per avere maggiore visibilità. Nino viaggiava molto, soprattutto per seguire all’estero la sua amata Juventus. Era a stretto contatto con i giovani del suo gruppo politico che forniva di libri per formarsi, organizzava dei fine settimana di studio al Circeo e Sabaudia con relatori di alto livello che spiegavano i concetti politici ed esistenziali di Dossetti e La Pira
In quel periodo si parlava di manutenzione stradale, di punti luce, di assistenza, ma anche di piano regolatore e di sviluppo economico. Corona credeva fortemente in spazi vivibili con servizi sociali, culturali, verde pubblico e luoghi collettivi di ritrovo: dalla parrocchia alla biblioteca, dal centro civico ai campi sportivi. Nino Corona aveva fatto dei quartieri di Latina il cavallo di battaglia del proprio programma elettorale, costituendo i primi consigli elettivi.
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