NO VAX , NO GREEN PASS. Sospetti, Perplessità, Che Cosa C’è All’Origine del Malessere

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Molti anni fa, erano gli ultimi anni della guerra del Vietnam, un mio conoscente italo-americano mi confessò un segreto: era l’industria bellica americana a rifornire di armi i Vietcong per prolungare all’infinito quel conflitto da cui i ‘signori delle guerra’ ritraevano enormi profitti. Era una bufala, naturalmente, non priva tuttavia di una credibilità logica.

Il complottismo è stato una componente ineliminabile di tante narrazioni del mondo, ma oggi esso assume forme e dimensioni ampie, diffuse e preoccupanti, molto probabilmente perché i social e la comunicazione digitale riescono a connettere tra loro scorie e frammenti di realtà che altrimenti sarebbero rimasti isolati,  ridotti all’irrilevanza.

Perché bisogna dirlo: il movimento NO VAX è nato dall’idea che ci sia un oscuro e malefico disegno globale diretto da qualche soggetto che fa strame delle persone, della loro umanità e dei loro interessi per assoggettarle e sottometterle ad un dominio incontrastato, ad una dittatura.

Le perplessità e i dubbi sui vaccini anti Covid potevano avere, in verità, una qualche ragion d’essere quando iniziò la campagna vaccinale: ne furono prodotti vari nel giro di un solo anno, inaspettatamente, mentre ci avevano detto che si sarebbe riusciti a produrre un vaccino efficace non prima di un paio d’anni. Era quindi ammissibile il sospetto che le industrie farmaceutiche fossero cinicamente indifferenti all’efficacia del prodotto e badassero soltanto ai propri guadagni. Ma oggi, di fronte all’evidenza dei fatti, quel sospetto non è più ammissibile: al movimento NO VAX, che paradossalmente è cresciuto proprio quando si è dimostrata l’efficacia della campagna vaccinale, è rimasto come ragion d’essere solo il complottismo.

Qualcuno tiene a precisare: una cosa è il movimento NO VAX, altra cosa è il movimento NO GREEN PASS. Vero, ma è del tutto evidente che senza i NO VAX l’opposizione ai GREEN PASS non avrebbe alcuna base cui appoggiarsi. I GREEN PASS ledono forse le libertà personali? Suvvia!!

En passant: è davvero stupefacente che per opporsi ai GREEN PASS alcune forze ‘sovraniste’ si riferiscano ad altri Paesi dove quell’obbligo non c’è: ma non vogliono, non si battono, quelle forze, per la primazia della legislazione nazionale? Miserie della propaganda politica!!

La questione va dunque ricondotta all’opposizione ai vaccini. Ma da dove nasce la disponibilità ad accogliere una narrazione che ripete le allucinazioni di tanti film di fantascienza, dei microchip introdotti nel cervello degli individui per governarne le azioni?

Nasce negli interstizi della società, nelle periferie abbandonate, nella fragilità delle condizioni economico-sociali? Certo, ma nasce anche dalla disponibilità di alcune forze politiche e sindacali ad accogliere e sfruttare qualsiasi forma di protesta e rivendicazione, anche la più irragionevole (il diritto al lavoro inteso come diritto ad essere pagati, ad esempio, qualsiasi cosa io faccia o non faccia). È, questo, il terreno di coltura di un radicalismo, di una sorta di ribellismo anarcoide tipico dei periodi di crisi e di transizione: un fenomeno di cui molti sono responsabili, che segmenta la società in mille pezzi e allontana la politica dalla sua funzione, di reale punto di riferimento culturale e ideologico.

Fenomeni pericolosi? Forse. Non posso fare a meno di ricordare che alla fine della Prima guerra mondiale Gaetano Salvemini pubblicò, con Carlo Maranelli, un corposo volume sulla questione adriatica ove si dimostrava la inconsistenza delle rivendicazioni italiane sull’Istria e la Dalmazia: niente da fare!! L’idea dalla ‘vittoria mutilata’, e della piena legittimità delle rivendicazioni italiane, alimentarono quell’ondata nazionalista che fu una delle componenti più importanti dell’avvento del fascismo.

Quali soluzioni? I prossimi giorni saranno importanti, anche per dare qualche risposta ad alcune essenziali domande: fino a che punto è possibile integrare il dissenso più estremo all’interno di un sistema sociale e politico? E fino a che punto può e deve spingersi il decisore politico per assicurare la pacificazione nazionale?

Agostino Attanasio


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