Papa Francesco : ” Basta Guerre, Bisogna Difendere il Dono della Vita “

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Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per www.corriere.it

 

PAPA FRANCESCO ALLA VEGLIA DI PASQUA 5

«Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti! Inoltre, faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia».

Francesco si affaccia alla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per il tradizionale messaggio planetario nel giorno di Pasqua prima della benedizione Urbi et Orbi. Come la sera della Veglia, si schiarisce la voce talvolta un po’ affannata e fioca, ma legge il testo fino alla fine, aggiunge considerazioni e braccio, una riflessione scandita dagli applausi dei fedeli. «Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina», dice.

Il Papa ha celebrato la messa in piazza San Pietro, alla fine ha compiuto diversi giri sull’auto scoperta per salutare le oltre sessantamila persone che riempivano il Colonnato del Bernini e le strade intorno. Ed ora, nel suo messaggio, è inevitabile che il Papa cominci dal luogo dell’evento più importate per i cristiani: «Oggi volgiamo anzitutto lo sguardo verso la Città Santa di Gerusalemme, testimone del mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù e a tutte le comunità cristiane della Terra Santa».

La preoccupazione di Francesco si rivolge alle sorti del Vecchio Continente e quindi del pianeta: «Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo nei loro occhi. Hanno dimenticato di sorridere, i bambini, in quella terra di guerra. Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori».

[…] Come ogni anno, l’elenco dei dolori è lungo, a cominciare dai conflitti dimenticati. «Non dimentichiamoci della Siria, che da quattordici anni patisce le conseguenze di una guerra lunga e devastante. Tantissimi morti, persone scomparse, tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla comunità internazionale». E ancora «il mio sguardo va oggi in modo speciale al Libano, da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele», considera: «Il Risorto conforti l’amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo».

Francesco cita i Balcani Occidentali, «dove si stanno compiendo passi significativi verso l’integrazione nel progetto europeo», e raccomanda: «Le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l’Europa e per il mondo intero». Allo stesso modo, aggiunge, «incoraggio i colloqui tra l’Armenia e l’Azerbaigian, perché, con il sostegno della comunità internazionale, possano proseguire il dialogo, soccorrere gli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose e arrivare al più presto ad un accordo di pace definitivo».

Francesco prega per tutte le persone che nel mondo «patiscono violenze, conflitti, insicurezza alimentare, come pure gli effetti dei cambiamenti climatici» E perché «il Signore doni conforto alle vittime di ogni forma di terrorismo: preghiamo per quanti hanno perso la vita e imploriamo il pentimento e la conversione degli autori di tali crimini». Ricorda il popolo di Haiti e chiede «cessino quanto prima le violenze che lacerano e insanguinano il Paese ed esso possa progredire nel cammino della democrazia e della fraternità».

E poi cita i Rohingya, «afflitti da una grave crisi umanitaria», il popolo perseguitato che incontrò nel 2017, e invoca «la riconciliazione in Myanmar, lacerato da anni di conflitti interni, affinché si abbandoni definitivamente ogni logica di violenza». E poi c’è l’Africa, la preghiera perché sia aprano vie di pace «specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell’intera regione del Sahel, nel Corno d’Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico» e cessi «la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e provoca carestia e fame».

Infine, «il Risorto faccia risplendere la sua luce sui migranti e su coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, offrendo loro conforto e speranza nel momento del bisogno» […] il Papa esorta a difendere «il prezioso dono della vita, tanto spesso disprezzato», si chiede: «Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?».

Ed esorta «quanti hanno responsabilità politiche» perché «non risparmino sforzi nel combattere il flagello della tratta di esseri umani, lavorando instancabilmente per smantellarne le reti di sfruttamento e portare libertà a coloro che ne sono vittime». Le ultime parole sono una preghiera universale: «Possa la luce della risurrezione illuminare le nostre menti e convertire i nostri cuori, rendendoci consapevoli del valore di ogni vita umana, che deve essere accolta, protetta e amata».


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