Rischiano il licenziamento i raccomandati nel concorso ASL finito nella bufera dell’inchiesta

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il concorso ha fatto registrare 23 vincitori, ma anche i 65 idonei sono stati assunti dall’ASL . Il secondo corcorso,invece, è stato bloccato dal nuovo direttore generale Silvia Cavalli. Alla luce delle risultanze dell’indagine condotta da Polizia e Guardia di Finanza, si è posta la questione sulla legittimità di quelle assunzioni, specie per i sei candidati che, a cavallo tra la prova scritta e quella orale, avevano avuto contatti col presidente della commissione d’esame per essere favoriti: la posizione di questi è finita al vaglio della Direzione della stessa Asl, con un’istruttoria dall’esito ormai scontato, che potrebbe portare a una sospensione in attesa di una decisione definitiva.

L’inchiesta ha ricostruito prima di tutto un metodo, quello utilizzato dalla commissione per aiutare i raccomandati a superare i test, a partire da quello scritto. Questo ha portato gli inquirenti a sospettare che tutti i vincitori dei due concorsi fossero stati avvantaggiati, ma di indizi principali  sono emersi solo a carico di sei partecipanti della prima selezione, quella per la selezione di 23 collaboratori amministrativi professionali categoria D. Perché intercettando il dirigente dell’Asl Claudio Rainone, nell’autunno dello scorso anno, gli investigatori della Squadra Mobile hanno documentato i contatti del presidente della commissione d’esame con sei dei concorrenti per aiutarli a superare la prova orale. La raccomandazione, ma anche la regia politica, emerge in maniera evidente visto che era lo stesso Rainone a contattare i futuri vincitori per concordare domande e risposte.

Il provvedimento di sospensione appare quindi evidente a carico di Laura Ruggiero, Andrea Cominato, Anna Di Marco, Marianna D’Angiò, Giuseppe Tomao e Matteo Di Domenico, questi ultimi due rispettivamente presidente del Consiglio comunale di Minturno e figlio della presidente del Consiglio comunale di Gaeta, segnalati direttamente da Claudio Moscardelli. Sul loro conto, l’Asl di Latina sta valutando attentamente i dettagli dell’inchiesta emersi finora e non si esclude che possa scattare anche il licenziamento.


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