Domenica 26 febbraio alle ore 10 presso la sala della Pro Loco di San Felice Circeo si terrà l’incontro ‘L’origine dell’uomo’, secondo appuntamento nel carnet della rassegna ‘Il mare d’inverno’, organizzato dall’agenzia Tconzero e patrocinato dalla Regione Lazio e dal Comune di San Felice Circeo.

I temi abbracciano quel microcosmo unico e ricco di fascino e suggestioni che è concentrato su San Felice Circeo, dai ritrovamenti dell’uomo di Neanderthal alle mura poligonali sulla sommità del monte Circeo passando per l’Odissea di Omero con l’incontro tra la maga Circe e Ulisse.

L’evento sarà aperto dai saluti del sindaco Monia Di Cosimo e dell’assessore agli eventi Luigi Di Somma, poi gli interventi di Angelo Guattari, delegato ai Beni culturali e attivo da sempre nella valorizzazione dei luoghi del mito e della storia del Circeo, di Manuel Attardo, presidente della Pro Loco di San Felice Circeo, dell’archeologo Lorenzo Ceruleo, del regista Christian Antonilli, autore del documentario ‘Le Stonehenge del Lazio’, di Gian Luca Campagna, giornalista e scrittore. Moderatore il giornalista Federico Domenichelli.

Dopo l’incontro seguirà la visita guidata della mostra permanente Homo sapiens ed habitat presso la Fondazione Zei sulla Torre dei Templari, guidata dall’archeologo Michelangelo La Rosa.

A oltre ottant’anni dalla scoperta della Grotta Guattari a San Felice Circeo, nel maggio 2021 sono stati ritrovati nuovi rinvenimenti fondamentali per lo studio dell’uomo di Neanderthal e del suo comportamento. Nel corso di ricerche sistematiche della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina in collaborazione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, iniziate nell’ottobre del 2019, sono emersi significativi reperti fossili attribuibili a 9 individui di uomo di Neanderthal: 8 databili tra i 50mila e i 68mila anni fa e uno, il più antico, databile tra i 100mila e i 90mila anni fa. Questi, insieme agli altri due trovati in passato nel sito, portano a 11 il numero complessivo di individui presenti nella Grotta Guattari che si conferma così uno dei luoghi più significativi al Mondo per la storia dell’uomo di Neanderthal. Una scoperta a dir poco straordinaria. Ma non è l’unica presente al Circeo.

Infatti, sulla sommità del monte Circeo ecco apparire i resti visibili e perfettamente conservati delle mura poligonali. Si racconta che le mura della loro città erano così grandi e spesse da poter essere costruite solo da uomini giganti: dai Ciclopi, o da qualche loro cugino pari in forza ed altezza. Avevano levigato e sollevato gli enormi massi che oggi formano il muro di cinta dell’Acropoli del Circeo. Le mura ciclopiche hanno suscitato interrogativi e misteri, scomodato leggende, teorie di alieni, popoli di astronomi e costellazioni. Infatti, l’Acropoli di Circei, a 300 m slm, è cinta da blocchi di calcare larghi e lunghi fino a 3 metri, disposti ad incastro come in un muro a secco alto fino a 6 metri, levigati all’esterno e con angoli retti geometricamente perfetti.

Come sono stati spostati quei massi enormi? Chi ha saputo costruire un’opera megalitica ineccepibile nella matematica euclidea? Come vivevano quegli uomini? Ma chi erano? Forse il misterioso popolo dei Pelasgi? Una ciurma di navigatori esuli dalla mitica Atlantide?, che avrebbero trasportato per mare la cultura meravigliosa e la tecnologia micenea?, fondando colonie in Italia, dall’acropoli del Circeo alle altre mura in opera poligonale delle città del Lazio?

E Omero, non è stato forse cantando l’amore tra Ulisse e la maga Circe il primo tour operator di questo territorio?


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