ROMA – Assessore D’Amato: “Agevolare in ogni modo la più ampia partecipazione della popolazione adulta over 65, pediatrica e fragile”.

Con la pandemia gestita ma non ancora superata e le restrizioni per il Covid allentate, il prossimo inverno, con l’ondata di virus influenzali in arrivo rischia di trasformarsi in una “tempesta perfetta” se non si lavora per una campagna vaccinale che copra il maggior numero possibile di popolazione, in particolare i pazienti fragili. È questo uno dei messaggi lanciati nel corso dell’incontro “La vaccinazione: strumento di tutela per i pazienti fragili”, che si è svolto a Roma presso la sede della Regione Lazio (l’evento rientra nel ciclo di incontri dal titolo “Sanità modello Lazio”, organizzati da Dreamcom, con il contributo non condizionante di diverse aziende farmaceutiche, tra cui, per l’evento di ieri, di Sanofi e Pfizer.).

L’Assessore alla Sanità Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha spiegato che la campagna vaccinale nel Lazio partirà la prima settimana di ottobre ed è “molto importante che le persone aderiscano. Abbiamo messo a disposizione medici di base, pediatri e farmacie, che saranno l’ossatura di questa campagna con vaccini aggiornati. L’obiettivo è agevolare in ogni modo la più ampia partecipazione della popolazione adulta over 65, pediatrica e fragile. Oltre al vaccino antinfluenzale ci sono i vaccini per l’Herpes Zoster, molto importanti per la popolazione over 65, ma anche la vaccinazione pneumococcica”. Per l’assessore D’Amato, “durante la pandemia il modello Lazio ha funzionato perché ha avuto il merito di unire le forze e i soggetti interessati a costruire una rete in grado di fare sistema per il bene della salute pubblica”.

Per raggiungere ottimi risultati una campagna vaccinale deve puntare sulla comunicazione e sulla diffusione di una cultura vaccinale che in questi anni ha compiuto passi da gigante”, ha ricordato Roberto Ieraci (Responsabile scientifico Campagna di Vaccinazione Regione Lazio). “Nel Lazio è stato compiuto uno sforzo importante sulla prevenzione vaccinale, che resta un obiettivo specifico a cui deve mirare la sanità pubblica. Prevenire significa migliorare la qualità della vita delle persone e questo può avvenire anche attraverso la digitalizzazione della sanità, con un sistema di promemoria regionali integrato anche a livello di medici di famiglia, oltre all’utilizzo dei social. L’aiuto dei medici di base – ha ricordato Ieraci – è strategico ed essenziale. Nella campagna Covid 2021 su 1,6 milioni di dosi inoculate, ben 1,3 milioni sono state somministrate dai medici di famiglia”.

Medici e pediatri, ma anche le farmacie che durante il Covid hanno rappresentato per i cittadini un presidio sanitario di grande importanza. Come ha sottolineato Eugenio Leopardi (Presidente Federfarma Lazio), “la vaccinazione in farmacia è stata richiesta dallo Stato durante la pandemia per dare un supporto all’emergenza. Nel Lazio una farmacia su tre è diventata un luogo di somministrazione per il vaccino Covid e riteniamo di poter dare un supporto importante in un anno come questo dove si rischia disattenzione verso la quarta dose”.

Soprattutto per i pazienti fragili – ha detto Maria Serena Fiore (Presidente Eletto Fadoi Lazio) – sappiamo quanto sia importante l’attività di prevenzione con i vaccini rispetto anche ad una semplice influenza che comporta per questi soggetti un rischio di ictus otto volte superiore alle media e una perdita di autonomia pari al 15% nei pazienti anziani. Tutto questo comporta perdita di autonomia, crollo della qualità della vita e un costo elevato a carico del Sistema Sanitario Nazionale, se si considera che tra i pazienti sopra i 65 anni il 74% ha almeno una patologia cronica. Da questo punto di vista nel Lazio c’è la possibilità di utilizzare il vaccino quadrivalente ad alto dosaggio per i pazienti fragili e dobbiamo convincere i pazienti a farlo”.

Investire sulla prevenzione significa anche risparmiare i costi per la gestione del Ssn. Una tesi sostenuta da Americo Cicchetti (Direttore Altems Università Cattolica del Sacro Cuore), che ha ribadito come sia “fondamentale raggiungere l’obiettivo minimo del 75% di copertura. Bisogna rivedere le politiche di allocazione delle risorse: non deve interessarci quanto costa oggi un vaccino ma quanto vale domani con gli effetti di protezione che produce. C’è tanta ricerca e innovazione nel settore dei vaccini che va sfruttata il più possibile. L’equilibrio economico si salverà spostando le risorse sulla prevenzione più che sulle cure”.

Quello dei medici di famiglia è stato un contributo determinante durante la pandemia perché nel Lazio “si è mossa una rete dei servizi che ha reso possibile il raggiungimento degli obiettivi prefissati”, ha ribadito Pierluigi Bartoletti (Segretario Provinciale e vicesegretario nazionale della Fimmg), che ha sottolineato come “la prossima campagna vaccinale sia fondamentale proprio perché viene dopo gli anni di restrizioni per il Covid, che con il distanziamento avevano parzialmente impedito la diffusione dei virus“.

Oltre ai medici di base sono intervenuti anche i pediatri che, come ha spiegato Teresa Rongai (Segretario Provinciale FIMP Roma), “già nell’anno prima del Covid avevamo vaccinato ben 118mila bambini, passando dal 2% al 50% di pediatri disponibili a somministrare le dosi presso i propri studi medici. Il pediatra che consiglia la vaccinazione riscuote sempre un successo nella famiglia, perché può dialogare con i genitori. Siamo anche noi sotto organico e per questo ci stiamo organizzando in aggregazioni funzionali fra colleghi, per mettere una toppa alla carenza di personale. Seguire mille bambini a pediatra è complicato”.

Il ruolo dei medici nella campagna vaccinale è fondamentale ma il contributo dato dalle associazioni di volontari, specie durante la Pandemia, è stato altrettanto importante. Per Simona Barbaglia (Presidente Associazione dei Pazienti Respiriamo Insieme Onlus), “le associazioni di pazienti hanno contribuito a fare rete durante il Covid. Tutti abbiamo il compito di tutelare la popolazione e in modo particolare i pazienti fragili e questo si può fare diffondendo la cultura della prevenzione di cui la vaccinazione è uno strumento importante”.


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