Titolo: Triangle of Sadness
Regia: Ruben Östlund
Sceneggiatura: Ruben Östlund
Produzione Paese: Svezia, Germania, Francia
Cast: Harris Dickinson, Charlbi Dean Kriek, Woody Harrelson, Wiki Berlin, Henrik Dorsin, Zlatko Burić, Jean-Christophe Folly, Iris Berben, Dolly De Leon, Sunnyi Melles, Amanda Walker, Oliver Ford Davies, Arvin Kananian, Carolina Gynning, Ralph Schicha, Camilla Läckberg, […]
La narrazione di Triangle of Sadness, suddivisa in tre parti (Carl e Yaya, Lo Yacht, L’isola), si svolge attorno alla coppia Carl (Harris Dickinson), indossatore, e Yaya (Charlbi Dean), modella. Ambedue si amano, o almeno così credono, e, anche se lo negano, danno molto peso al denaro e all’apparenza, tant’è che, attraverso le loro vicissitudini connesse a tre situazioni diverse (Carl e Yaya, Lo Yacht, L’isola) – il triangolo della tristezza -, si evince come nella società occidentale il denaro dà potere assoluto e violento, la bellezza fisica offre lauti guadagni e conferisce indifferenza e comportamenti banali, e la povertà, a cui è associata una sottomissione indiscussa, non permette contestazioni o opinioni nei confronti del datore di lavoro, alias padrone.
Triangle of Sadness, diretto dal regista svedese Ruben Östlund, è un film ironico e geniale ma, al tempo stesso, drammatico e cinico che, in modo perspicace e divertente, ci fa esaminare cosa potrebbe succedere nel caso in cui le differenze sociali, a causa, ad esempio, del naufragio di una nave da crociera di lusso, venissero per caso radicalmente mutate. Da una parte ci sono tanti capitalisti a bordo, e tra questi, uno dei tanti, il russo Dimitri (Zlatko Burić) che, dopo avere amministrato un’azienda di allevamento di migliaia di maiali e di polli, “vendendo merda”, come lui stesso afferma sorridendo, ha ottenuto una ricchezza spropositata che ha reso, a sua volta, la moglie capricciosa, prepotente e spietata, e, dall’altra parte, ci sono i lavoratori senza i quali i servizi non potrebbero essere assicurati – marinai, hostess, inservienti, ecc. – che sono costretti a lavorare per vivere e devono sottostare alle stravaganze, alle imposizioni irrazionali, ai licenziamenti e ai comportamenti arroganti dei croceristi. Quel che appare bizzarro è l’atteggiamento del capitano Thomas Smith (Woody Harrelson) che, delegando il suo vice (Arvin Kananian) per la soluzione di ogni grana gestionale, rimane chiuso nella sua cabina per tutto il tempo tranne che per la sera della cena dei croceristi in sua presenza. Allora si giustifica il suo isolamento quando lui, un americano comunista, che non sopporta le futilità e le esteriorità insensate, si trova a tavola con un russo capitalista. Una rivolgimento sociale internazionale – un comunista diventato capitalista e un capitalista considerato comunista – che dimostra concretamente come la categorizzazione storica dei comportamenti, dei valori umani e delle ideologie muta al mutare delle condizioni economiche e sociali. A ciò si aggiunga che, a causa del naufragio, alcuni sopravvissuti si ritrovano in un’isola deserta dove devono lottare per la sopravvivenza. La situazione gerarchica sociale si inverte, e qui inizia il dramma per i ricchi che prima era vissuto dagli inservienti, i quali, a loro volta, acquistano quel potere che li rendeva servili e ubbidienti.
Triangle of Sadness è una commedia ben diretta ed eccellente che, grazie ad una sceneggiatura originale e ad attori capaci e valenti, fa ridere su uno yacht da 250 milioni di dollari ma, poi, diventa un dramma esistenziale che rende tristi perché ci si rende conto di come il trascinamento dell’umanità verso la completa perdita dei suoi valori antropici fondamentali non risparmia nessun ceto sociale.
Il film ha vinto la Palma d’Oro per il miglior film alla LXXV edizione del Festival di Cannes.
Filmografia
The Guitar Mongoloid (2004), Involuntary (2008), Play (2011), Forza mnaggiore (2014), The Square (2017).
Francesco Giuliano
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