Un breve excursus su Scienza e Logica applicate alla politica italiana nell’attuale clima del cambiamento

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I politici italiani si dividono in tre gruppi: a) il gruppo di coloro che presumono di essere infallibili, b) il gruppo di quelli che credono nella fallibilità della ragione e, infine, c) il gruppo di coloro che si lasciano trascinare dagli uni o dagli altri sulla base della convenienza personale o di parte. Tralasciando quest’ultima che può fare pendere la bilancia in una zona o nell’altra, il gruppo degli infallibili è composto da individui che hanno la presunzione di conoscere le leggi naturali umane che tracciano il solco della storia umana, sempre che queste leggi esistano, e, in base a tali leggi, ritengono che le azioni e i piani avviati siano oggettivamente giusti e perfetti. Tali politici assumono un atteggiamento politico populista ovvero demagogico che ha come unico scopo quello di accattivarsi il favore degli elettori qualunque sia il disastro che possono provocare a tutti gli altri.

Purtroppo, la Storia non ha fondamento scientifico per cui essa è avulsa dal determinismo laplaciano, in quanto non possono essere previsti neppure gli sviluppi della conoscenza che sono in continuo cambiamento e ampliamento. Da ciò deriva che ogni strategia politica, intrapresa nel tempo presente, è soggetta all’imprevedibilità, perché su di essa influiscono diversi fattori, di cui non si conosce la natura e la provenienza o non se ne conoscono i princìpi modificanti.

È anche vero cha alcuni princìpi della Scienza possono applicarsi al sistema politico, come il principio dell’equilibrio mobile, secondo cui  se un ad sistema chimico (reazione chimica) in equilibrio viene apportato dall’esterno una variazione ad uno dei fattori che lo ‘governano’, il sistema viene perturbato e tende a controbilanciare la variazione apportata al fine di ripristinare l’equilibrio”.Tenendo conto di ciò, se si interviene a modificare la corrispondente forma di equilibrio su cui si fonda il sistema politico e sociale (come, ad esempio, la recente legge sulla Sicurezza), si crea uno stato di disordine che ha riflessi sull’equilibrio interno con risvolti imprevedibili. Si legga ciò, ad esempio, in relazione rispettivamente al problema dei migranti, a quello della sicurezza, a quello dell’economia, a quello del lavoro, a quello dell’Unione europea, ecc. . Anche, alcuni principi della Logica sono usati inconsapevolmente dal sistema governativo, come il Principio di complementare contraddittorietà, meglio conosciuto con il nome di Principio di esplosione, secondo il quale risultano nel contempo vere un’affermazione e la sua negazione, o, come si diceva in latino, ex falso (sequitur) quod libet, dal falso (segue) una qualsiasi cosa a piacere. Un principio questo, come si comprende facilmente, caratterizzato da una grande imprevedibilità perché un’affermazione ritenuta vera potrà essere affiancata da una o più negazioni ritenute altrettanto vere. Con ciò contraddicendo il principio aristotelico di non-contraddizione.

Da quanto detto deriva, dunque, che, sia nell’uno che nell’altro caso, i rischi a cui si potrà andare incontro sono molto seri perché sarà imprevedibile il risultato finale.

Allora è preferibile affidarsi al gruppo dei politici che credono nella fallibilità della ragione, nel senso popperiano (da Karl Popper, filosofo nemico del populismo, che ha fondato il suo pensiero sulla razionalità critica basata sul senso del limite e della fallibilità), e che si pongono in modo dialettico nei confronti della realtà in quanto non  esistono princìpi validi a priori.

Costoro assumono un atteggiamento razionale che consiste nella critica delle teorie e nella ricerca della loro fallibilità.

Nei confronti dell’attuale realtà politica italiana dobbiamo affidarci ai politici infallibili, che pensano di potere gestire il futuro con certezza approvando leggi che loro presumono infallibili, oppure dare credito a politici razionali fallibili, che si pongono in modo critico nei confronti di tali leggi?

Francesco Giuliano

 


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).