Un Mondo di Poveri

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I nuovi poveri - Foto AGI

Einstein affermò: “Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, ma sull’universo ho ancora dei dubbi”.

Viviamo dunque in un mondo di poveri?

La risposta è: CERTAMENTE SI.

Siamo più poveri di speranze e presuntuosi di illusioni.

Cosa fare o cosa non fare. E’ più facile dire no, piuttosto che dire si, con dei programmi. E non mi riferisco solamente ed esclusivamente a livello locale, ma anche a livello nazionale.

Necessitano regole e per attuarle, necessita declinare cosa dobbiamo fare.

E’ certamente difficile dopo circa ottanta anni e diciannove legislature con, potrei sbagliare sessantanove governi. Media 1,159 governi su base annua.

Siamo dunque più poveri di allora?

Alcuni distinguo. Alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia fu condannata a pagare risarcimenti di guerra nella misura: Con i trattati di pace di Parigi del 1947 all’Italia fu imposto di pagare come risarcimento dei danni provocati durante la guerra 360 milioni di dollari americani, di cui 100 milioni all’URSS, 125 alla Jugoslavia, 105 alla Grecia, 25 all’Etiopia e 5 all’Albania.( dal web ).

Fummo costretti a trattare con il Belgio l’acquisto di carbone per riscaldarci e non solo, pagando in natura, cioè favorendo l’emigrazione di braccia nelle miniere belghe.

Ma oggi siamo più poveri! Perché?

Ci manca l’umiltà dei perdenti, mentre siamo pieni di arroganza inutile e perniciosa. I politici litigano e i cittadini si arrangiano. Non ne faccio una questione politica di destra o di sinistra, cerco di analizzare. Quanto tempo e danaro perso a smantellare le centrali nucleari, per poi comprare, spesso con soldi che non abbiamo, l’energia atomica prodotta in Francia. Ah, però è salvo il nostro perbenismo di facciata. L’Italia è piena di gas che potremmo sfruttare, ne è piena la Sicilia, la Pianura Padana e molte altre regioni, ma altro perbenismo italico, non vengono accettate per varie motivazioni. No ai rigassificatori, no ai bruciatori, no alla tav, no alle pale eoliche, no al carbone….e nel frattempo non si riesce a raggiungere la terza settimana del mese. Oramai alla seconda i risparmi sono erosi.

Ho letto che in una città dell’Italia centrale si lamenta l’elevato numero di mezzi privati in circolazione e lo scarso uso del trasporto pubblico. Ma i nostri analisti hanno mai riflettuto sul numero di mezzi del trasporto pubblico e di come vengono utilizzati? Fatto tempo l’ora, ne transita uno ogni mezz’ora. Di cosa stiamo parlando?

Con la stima di sempre,

Marco Isone


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