Lawrence D’Etruria

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Lawrence D’Etruria

di Sergio Salvatori

 

Potremmo dire che molti letterati e studiosi si sono messi in viaggio sulle tracce degli Etruschi, ma noi di News-24 ripercorriamo per voi il viaggio dello scrittore inglese David Herbert Richards Lawrence compiuto con un suo amico americano Earl Brewster nella primavera del 1927, nelle località di Cerveteri, Tarquinia, Vulci e Volterra; per questo, con il suo libro ci mettiamo in cammino sulle orme degli Etruschi. Prima di partire Lawrence e il suo amico Brewster visitarono il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, già a quei tempi importante, fondato nel 1889 per raccogliere insieme tutte le antichità pre-Romane del Lazio, dell’Etruria meridionale e dell’Umbria appartenenti alle civiltà etrusca e falisca. L’opera più famosa custodita nel museo è il monumento funerario di terracotta noto come il Sarcofago degli Sposi, che rappresenta una coppia di sposi a grandezza quasi naturale adagiata in una posa conviviale o simposiale; un capolavoro, un’opera d’arte, in quanto suscita in noi grandi emozioni. La storia di questo Sarcofago, che Sarcofago non è, ma trattasi di un’urna funeraria, che in primo luogo racconta la storia di un viaggio destinato a portare queste due persone nel tempo infinito dell’eternità. Un viaggio iniziato nel VI secolo a.C. a nord di Roma, nella necropoli di Cerveteri; ed è proprio da qui che Lawrence e Brewster iniziarono il viaggio, nella necropoli etrusca di Cerveteri, oggi nota come “Necropoli della Banditaccia”, una delle più emozionanti e grandiose dell’Etruria e di tutto il Mediterraneo. La Banditaccia è Sito Unesco dal 2004, e costituisce il più grande esempio dell’architettura funeraria etrusca. Lawrence accenna in seguito alla Zona dei grandi Tumuli, l’area si estende a destra della strada di accesso alla necropoli fino ai bordi della Valle del Manganello; più che altro si sofferma sul Tumulo Regolini-Galassi, nella necropoli del Sorbo, la tomba, fu scoperta ancora intatta nel 1836 ed è molto famosa per il ricco corredo che oggi si può ammirare nei Musei Vaticani, è datata VII secolo a.C. Il Sito si trova in una Zona di rara bellezza. David Herbert Lawrence, tra le altre tombe che riuscì a visitare c’è anche quella dei Tarquini (o delle Iscrizioni, chiamata così per le numerose iscrizioni circa 70), datata IV secolo a.C. Lawrence e il suo amico Brewster si rimisero in viaggio in treno e andarono prima a Civitavecchia e in seguito arrivarono finalmente a Tarquinia; appena arrivati andarono subito al Museo Archeologico Nazionale, ma lo trovarono chiuso, erano arrivati prima dell’orario di apertura. Gli Etruschi nelle sue riflessioni gli sembrano quasi reali, come se li avesse incontrati e vissuto con loro. Seduto in un caffé di Tarquinia, gli pare per un momento di vederli rientrare dalla campagna. Nel suo libro Lawrence descrive le tombe etrusche come abitazioni sepolte con pitture allegre e intense come quelle dei vivi. Nel pomeriggio Lawrence con il suo amico Brewster e una guida, andò a vedere la serie delle tombe dipinte. Nel suo scritto cita la tomba della Caccia e della Pesca, poi dei Leopardi, dei Baccanti, che fu scoperta nel 1874, databile tra il 510 e il 500 a.C. è una piccola camera sepolcrale con il soffitto a doppio spiovente, dipinto con rosoni e foglie d’edera, in seguito la tomba delle Leonesse e dei Vasi dipinti. La visita riprese la mattina successiva e visitò tante tombe, tutte gli rimasero impresse, ma si soffermò su quella della Caccia e della Pesca, che gli apparve come un inno alla vita. Lawrence e  Brewster i due amici, lasciarono Tarquinia dopo alcuni giorni e si recarono a Montalto di Castro e da lì, raggiunsero Vulci, l’area archeologica vicino al Ponte della Badia, una delle opere architettoniche più importanti dell’Etruria Meridionale. Il giorno dopo giunsero a Volterra, l’antica “Velathri”. Nel visitare i monumenti cittadini, Lawrence pensava alla caratteristica Porta all’Arco, incastonata nell’imponente cinta muraria. Noi potremmo aggiungere il bronzetto votivo che D’Annunzio definì “L’Ombra della sera”, che si trova oggi al Museo Guarnacci.

Informazioni: Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Piazzale di Villa Giulia, 9 – 00196 Roma – Stato Italia. Ingresso gratuito la prima domenica del mese. Telefono: 06.3226571 – Sito: www.museoetru.it


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