“As bestas”, una storia semplice che descrive ed elabora i valori umani universali contrapponendo la razionalità alla forza bruta

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Titolo: As bestas – La terra della discordia

Genere: thriller drammatico

Durata: 137 min

Regia: Rodrigo Sorogoyen

Sceneggiatura: Isabel Peña, Rodrigo Sorogoyen

Fotografia: Álex de Pablo

Musiche: Olivier Arsom

Produzione paese: Spagna, Francia, 2022

Cast: Denis Ménochet, Martina Fois, Luis Zahera, Diego Anido, Marie Colomb, Machi Salgado, Luisa Merelas, […] 

As bestas (Come bestie) – La terra della discordia, diretto dal regista madrileno Rodrigo Sorogoyen, è un film  la cui trama è liberamente ispirata ad un fatto di cronaca avvenuto nel 2010 in un paesino della Galizia.

Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Fois) sono due coniugi francesi  che per scelta ambientalista e di vita hanno lasciato il loro ambiente, i loro amici e la loro figlia, e si sono trasferiti in un paesino di montagna della Galizia. Vivono una vita tranquilla, dedicandosi alla coltivazione degli ortaggi, che poi vanno a vendere al mercato, e cercando di ristrutturare le tante case abbandonate. Ovviamente essendo stranieri, in particolare francesi, sono mal sopportati da alcuni abitanti del paese tra cui due fratelli che sono anche loro vicini di casa: Xan (Luis Zahera) e Lorenzo (Diego Anido). Quest’ultimo, inetto e stupido, è succube del fratello Xan che, invece, è un uomo intollerante e petulante tant’è che in un sproloquio fatto nell’unico bar del paese dice ad Antoine, manifestandogli tutto il suo livore:  Lo sapevi che i francesi, secoli fa, sono venuti a conquistarci? Vennero a conquistarci, perché pensavano che noi eravamo degli idioti di merda, Napoleone ha detto proprio così! Lo pensi ancora, francese? Pensi ancora che siamo idioti di merda?La controversia si fa ancora più dura nel momento in cui una società di pale eoliche ne propone a tutti i proprietari l’istallazione per la produzione di energia elettrica nei loro terreni previo acquisto. I coniugi francesi si oppongono a tale proposta soprattutto perché sono convinti che quel luogo meraviglioso deve essere salvaguardato e perché vi vogliono far ritornare la gente. Di tutt’altro avviso sono Xan e altri abitanti  che desiderano vendere per andarsene via con la prospettiva di una vita migliore: Tutto quello che voglio è una donna come la tua. Una  per me, una per mio fratello. Impossibile, qui non ce ne sono.

Xan, in un colloquio che Antoine caldeggia per avviare un loro riavvicinamento, esprime infatti il suo parere: Non mi sembra giusto che il tuo voto valga quanto il mio, perché tu non sei di qui, sei francese. Onestamente? Non è giusto, non perché … Non perché sei uno straniero … Non entriamo in questo. Non è giusto … perché sono due anni che giochi qui a fare l’agricoltore. Io sono qui da 52 anni. E lui, 45. Mia madre, 73. E siamo stufi di essere infelici. Ma la cosa peggiore … è che non sapevamo di essere infelici finché non sono arrivati ​​gli installatori di turbine eoliche e ci hanno mostrato i numeri. E ogni volta che mi sveglio alle cinque del mattino, con i postumi di una sbornia e la schiena in agonia, penso a te. E poi è solo un’altra bella giornata. E aggiunge: Lascia che ti dica … che nei tuoi immaginari progetti urbani qui, non ti sei reso conto che non rientriamo nel tuo piano? Non vedi che quando tutte queste persone verranno a vivere qui, attratte dalla tua lattuga biologica, dall’aria pulita e dalla stessa madre Natura che ci ha dato alla luce tutti, quando vedranno le nostre brutte facce, quella di Lorenzo e la mia, saranno deluse e torneranno ai loro paesi? Avresti dovuto firmare. Per le pale eoliche, visto che sei … un vero amante degli alberi e fondare il tuo Club Med in un altro posto, con gente meno brutta, invece di parlare alla gente con quella tua bocca … quella bocca da insegnante che infastidisce.

Il regista Rodrigo Sorogoyen, con le immagini iniziali al rallentatore di tre domador alle prese di domare un cavallo selvatico, descrive il prologo del film che ne anticipa il tema e da cui emerge l’ancestrale brama dell’uomo di dominare attraverso la forza bruta. Sin dalle prime sequenze, infatti, egli riesce a creare uno stato continuo di attesa e di suspense, e, attraverso colpi di scena, fa presagire l’inevitabile.

Il regista sa affrontare questo atteggiamento umano con manifesta semplicità, fine sagacia e indubbia originalità, mettendo continuamente in evidenza dell’essere umano i sentimenti e gli archetipi contrapposti: amore e odio, resilienza e fragilità d’animo, libertà e costrizione, bellezza e bruttezza, essere e avere, rispetto e offesa, passione e indifferenza, sopraffazione e affermazione, benessere e inquietudine, natura e tecnologia. E sa mettere anche in contrapposizione la tendenza dell’essere umano a indagare su se stesso con la tendenza di  allontanarsi da se stesso abbagliato dagli stereotipi della società moderna.

As bestas La terra della discordia è stato presentato in anteprima mondiale al LXXV Festival del Cinema di Cannes e alla Festa del Cinema di Roma 2022, ed ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali:  Tokyo International Film Festival 2022 (Gran Prix, Migliore regista e migliore attore a Denis Ménochet), Premio César  2023 come miglior film straniero, 9 Premi Goya 2023 (Miglior film, Miglior regista, Miglior attore protagonista a Denis Ménochet, Miglior attore non protagonista a Luis Zahera, Migliore sceneggiatura, Miglior fotografia, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora, Miglior sonoro), il premio Lumière 2023 per la Migliore coproduzione internazionale.

Filmografia

8 citas /2008), Stockholm (2013), Che dio ci perdoni (2016), Il regno (2018), madre (corto, 2019).

Francesco Giuliano

 


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).