I monti Lepini hanno sempre espresso nel corso degli anni personaggi che hanno raggiunto alti traguardi in ampo professionale. E’ il caso di Benedetto Nardacci – mio cugino. Nato a Sezze nel 1929 proveniente da una famiglia originaria di Roccagorga, Benedetto – deceduto nel 2014 – è stato definito “La voce di cinque Papi“, da Pacelli a Woijtila. Professionalità ed esperienza hanno scandito le sue sentite ed appassionate radiocronache e telecronache trasmesse in mondovisione. Responsabile di uno dei programma culturali della Radio Vaticana, “Antologia Cristiana”, della rubrica “Sette Voci”, Benedetto Nardacci ha seguito come cronista molte celebrazioni e, in particolare, l’udienza generale di Giovanni Paolo II del 13 maggio del 1981. Queste le sue parole piene di sconcerto e di commozione subito dopo l’attentato: “La folla è tutta in piedi! Non commenta, quasi, la scena tragica cui hanno assistito… Sono quasi tutti in silenzio: aspettano notizie. Io abbandono un attimo la postazione e cercherò notizie, cercherò di sapere cosa è successo, perché – ripeto – io posso solamente vedere Piazza San Pietro… Il mio compito era solamente di riferire su una udienza generale, udienza generale troncata da quattro-cinque spari in rapida successione… Il Santo Padre è stato evidentemente e certamente colpito… E’ stato certamente colpito! Lo abbiamo visto sdraiato nella vetturetta scoperta, che è entrata in velocità dentro il Vaticano. Ecco, per la prima volta si parla di terrorismo anche in Vaticano, si parla di terrorismo in una città da dove sono sempre partiti messaggi di amore, messaggi di concordia, messaggi di pacificazione”.
Benedetto Nardacci ha compiuto 85 viaggi all’estero al seguito di Pontefici, raccontato i momenti della Via Crucis del Venerdì Santo, tutti i più importanti avvenimenti legati alla Santa Sede e al Vaticano. E’ stato anche stretto collaboratore della Rai, ha condotto a cominciare dal 1962 nel corso della TV dei Ragazzi il programma “Finestra sull’Universo” sull’unico canale esistente in quel periodo.
Durante le esequie tenutasi nella chiesa capitolina di Santa Maria in Transpontina, in via della Conciliazione, Padre Lombardi – direttore della sala stampa vaticana – ha ricordato con parole commosse uno dei più grandi collaboratori di sempre definendolo un grande e nello stesso tempo umile maestro della radio e della televisione, capace di coniugare professionalità e umanità nell’uso del mezzo.
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