Buon Compleanno Latina! Una Giovin Signora Di Tanti Anni Fa.

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Latina ieri oggi e domani, circum-in-evoluzione, a tutt’oggi in progress sebbene ancora soggetta a più di qualche regressione. Quasi novantenne– data di fondazione 1932- continua a mostrarsi quel che si dice un’eterna bambina quasi fosse riluttante a crescere. Una città “senza” ossia sempre in attesa della completezza, Mina cantava “Città vuota”, avesse conosciuto Latina avrebbe cantato il sequel “Città senza”! Che cosa le è mancato e le manca? Farei un paragone scolastico, il  caso in cui agli scolari di una buona classe siano mancati dei buoni insegnanti, quindi, hanno perduto l’occasione per essere istruiti e formati a dovere. Nella fattispecie quanti hanno governato la città salvo sparute eccezioni: dei vari sindaci che si sono succeduti pochi sono stati lungimiranti tra essi  Nino Corona davvero illuminato. Credeva nella cultura come leva di crescita,promozione , soprattutto come politica cioè attenzione alla polis (Aristotele), alla città  centro propulsore di iniziative e adeguamento ai tempi moderni; una città attiva e propulsiva,a misura dei cittadini, protesa o destinata a “magnifiche sorti e progressive”(Leopardi). Credeva nella funzione della scuola anche e soprattutto in senso civile, per dirla con Gramsci come formazione del cittadino organico. In occasione del trasferimento dell’allora Istituto Magistrale da Palazzo M nella nuova sede di via Magenta m’interpellò (me preside)per una idea in vista della inaugurazione,un’idea “politica”,appunto,gli proposi l’intervento di Milva che lui volse e risolvette in un memorabile evento pubblico (marzo 1985), pubblicizzato peraltro il giorno seguente a Domenica in (Pippo Baudo, ospite Milva) Successivamente, pensava a una scultura da collocare nell’ampio atrio, ci recammo ad Ardea per un Mazzacurati, non fu possibile (gli eredi). Gli esempi solo per accennare all’idea di “promozione culturale”, nei suoi progetti c’era la biblioteca Stirling (ex garage Ruspi), una “bretella” Piazza del popolo e la stessa etc. Il resto, purtroppo, è silenzio. Che ne è stato della marina, uno spettacolo e un privilegio invidiabile, non comparabile con la Liguria o la Romagna, barbaramente deturpato, declassato e “murato” da incredibili e criminali soprusi tra cui la costruzione di case o ville sulle dune col criminoso beneficio di regolare concessione da parte dell’ONC. Per non parlare della manutenzione della città alla cui immagine, a  dire il vero, teneva il pur criticato Aimone Finestra(chi può esimersi dall’esserlo?!). Ma quel che mancava probabilmente era una visione prospettica o spinta energetica e funzionale che ha fatto di Latina una città senza: senza una visione complessiva,appunto, degna di una città moderna e avanzata,di una doverosa ricognizione urbanistico architettonica,un progetto conservativo per alcuni edifici di pregio miracolosamente sfuggiti allo sfregio demolitore della ex casa del Contadino, non ultima la elegante scaletta ad arco delle Poste etc. Negli et cetera quel bellissimo tavolo ovale all’ingresso della Stazione, dove finì?  Rimpianti o riprovazioni  a significare e sottolineare l’accezione del “senza” ossia  senza il nerbo e la determinazione politica di mirare all’utile, al funzionale, al Bello. Una città che come una donna oramai pressoché novantenne si aggira stupita nel dover continuare a indossare abiti “usati” nonostante trattasi di una “città nuova”! Vogliamo parlare della paradossale, grottesca vicenda del teatro? Un capitolo ingrossatosi a dismisura per lo spazio a nostra disposizione. Paradosso vuole che l’etimo greco di Théatron deriva da un verbo che significa “vedere”(theàomai), una vista o visione da tempo a noi negata! Prevengo le obiezioni di quanti giurano che comunque qualcosa in passato si è visto, tutto sta a concordare che cosa si intenda per teatro civico cioè della città. Evito di addentrarmi nella questione limitandomi ad osservare che un teatro cittadino, per giunta provinciale non significa rabberciare alla buona qualche spettacolo (la stagione), assicurarsi gli abbonamenti stop. In tempi non sospetti feci notare che  ogni teatro che si rispetti esige anche un Ufficio promozione annessi e connessi- irrinunciabile per il rapporto con le scuole- non ultima una compagnia stabile considerati tanti attori giovani e meno giovani. Sommariamente ho tentato di giustificare il SENZA preposizione emblematica e nel significato e nel significante, da intendersi tuttora “in attesa di qualche contenuto” limitandoci per carità di patria a quelli artistici e culturali in senso lato! In buona coscienza la città pur non sembrandomi  “culturalmente” cresciuta può dirsi ben preservata e osservata alla stregua di quelle signore di una certa età intente ad apparire ancor giovani: di fatto Latina ancora lo è quindi non propriamente “matura”?! Comunque può vantare al suo attivo un “con” cioè il vantaggio di avere dei pro-motori culturali tra intellettuali, professionisti, operatori indubbiamente d’eccellenza che fanno onore alla stessa anche se non sempre riconosciuti o debitamente re-cuperati (!). A nome dei quali facciamo gli auguri alla cara, ancor giovane città laziale  già Littoria denominazione oggi senza giusta causa: tra la nomenclatura “littoria” come da fascio e quella “laziale” ossia Latina, presumibilmente da Latium vetere, è preferibile la seconda se non altro per nobiltà di origini oltre che poetiche (Eneide): anche lo storicismo prevede la revisione, i classici (Virgilio) una rivisitazione!

 


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