Il tema della comunità solidale e dell’economia condivisa, sollevato dal Segretario Nazionale Enrico Letta e proposto tra i punti su cui il Pd è stato sollecitato a confrontarsi, è stato al centro di una recente iniziativa con i parlamentari del Pd Graziano Delrio e Stefano Lepri: “Comunità solidale ed economia condivisa – Promuovere la persona come individuo e come comunità, familiare e di impresa – il valore dei corpi intermedi“.

Ha suscitato molto interesse l’iniziativa presso associazioni, terzo settore, associazioni delle categorie produttive, associazioni sindacali ed operatori sociali, oltre che presso amministratori e militanti del Pd.

Il nostro tempo è attraversato da cambiamenti enormi che si sono susseguiti senza sosta dalla crisi economica internazionale 2008-2013 alla globalizzazione, che ha creato opportunità e nuove disuguaglianze, al fenomeno dell’immigrazione con la tragedia per la perdita di tante vite umane, alla quarta rivoluzione industriale e alla digitalizzazione che hanno modificato profondamente il modo di fare impresa e il lavoro, la pandemia che ha colpito e colpisce duramente la tenuta delle nostre società, anche quelle più coese con welfare sviluppato, in tutto il mondo.

Questi fenomeni hanno generato paura, perdita di benessere, aggravio di disparità, con un rigurgito forte di nazionalismo e di populismo. Nel PNRR non a caso il Pd ha insistito molto per intervenire sulle disuguaglianze per creare sviluppo e crescita: investimenti sul divario tra Nord e Mezzogiorno del Paese, sul divario di genere che produce disoccupazione femminile gravissima e sul divario tra generazioni con gli svantaggi che colpiscono i più giovani.

La pandemia ha prodotto però anche un sussulto del nostro sentimento di comunità indispensabile per affrontare prove durissime. Occorre contrastare la disgregazione sociale e il venir meno dei legami di solidarietà a cui deve essere improntata la nostra comunità. Abbiamo cercato di declinare questo tema centrale nell’economia, nella famiglia e nelle comunità locali.

Vogliamo promuovere un’economia della condivisione. Le nostre imprese sono piccole e medie: favorire il lavoro a tempo indeterminato rafforza i naturali legami tra dipendenti ed imprenditore. Occorre coraggio per una taglio contributivo shock di dieci punti da fiscalizzare come impulso all’occupazione stabile e come aumento dei redditi troppi bassi in Italia per favorire i consumi.

L’innovazione e la ricerca, gli investimenti in digitalizzazione e l’innalzamento della formazione e della competenza professionale dei lavoratori producono una competitività che va oltre la somma dei singoli aspetti indicati per sostenere la crescita delle nostre aziende.

L’impresa si pone come un terreno fondamentale su cui declinare un’idea di comunità solidale del nostro Paese.

Il Segretario nazionale del Pd Letta ha posto la questione di ampliare l’idea di comunità di impresa anche alle nostre imprese medie e grandi attraverso la partecipazione del lavoratore in un nuovo rapporto con manager e azionista. La proposta di distribuire azioni dell’impresa ai lavoratori e di un nuovo rapporto tra sindacati ed impresa tende a rafforzare i legami della comunità di impresa anche in realtà più grandi. In Europa ci sono realtà più avanzate che vedono 9 milioni di lavoratori dipendenti essere azionisti per un valore di circa 400 miliardi di euro.

Ci sono modelli diversi con strumenti giuridici appositi ed incentivi fiscali come in Francia e in Svezia e fuori UE come in USA. Oppure il modello tedesco con forme di partecipazione dei dipendenti al controllo delle imprese svincolata dal
possesso di azioni.

C’è un tema che attiene per un verso al rafforzamento e alla tutela del lavoro e per altro al rispetto di corrette relazioni industriali, con i ruoli distinti dell’imprenditore e del rischio di impresa e con la funzione della rappresentanza sindacale. Da questo incontro è emersa l’esigenza di un’iniziativa mirata al tema dell’azionariato dei dipendenti come strumento collettivo in un’ottica di armonizzazione della comunità di impresa e del rafforzamento della qualità del lavoro come reddito, formazione, stabilità e produttività.

La qualità del lavoro incide sulla possibilità di scegliere di creare una famiglia e di avere figli ed è una questione centrale per l’Italia. Sulla possibilità di creare una famiglia incide il gap rappresentato dalla disoccupazione femminile, la più alta d’Europa, insieme all’insufficienza di servizi. Promuovere la parità di accesso al mercato del lavoro significa anche per chi vuole formare la famiglia la possibilità di avere servizi adeguati, sviluppare il welfare aziendale. Il problema della dimensione piccola delle imprese può essere superata con una messa in rete dei servizi di welfare aziendale.

La comunità di impresa come la comunità familiare sono articolazioni di una comunità solidale generale in cui il ruolo dei corpi intermedi – associazioni, sindacati, movimenti, terzo settore, forze politiche – è fondamentale per costruire una trama che favorisca rapporti sociali solidali in alternativa ad una realtà in cui il cittadino è solo in un rapporto verticale con lo Stato e le istituzioni in una società frammentata con l’unica cifra dell’individualismo.

La comunità familiare va sostenuta rendendo possibile a ciascuna persona di poterla creare e di farla crescere. Sul punto Delrio e Lepri hanno ricordato la legge, che è stata approvata, promossa dal Pd primo firmatario Lepri sull’assegno unico universale per le famiglie con figli che supera disparità tra lavoratori dipendenti , autonomi e disoccupati assicurando più risorse con il crescere del numero dei figli.

L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa e con il minor numero di nascite. Un Paese senza figli non ha futuro. Non c’è crescita demografica non c’è progresso economico e culturale come ha sottolineato Delrio. Come ha ricordato Lepri occorre un riformismo comunitario per ridare forza al Paese e per investire sul futuro, sulla conoscenza , sulla formazione, la ricerca e l’innovazione: investire sulla persona nella sua dimensione individuale e comunitaria fa vincere la paura per i cambiamenti e fornisce gli strumenti per sfruttare le opportunità che i cambiamenti offrono.

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