LATINA- Auguri, nonostante quest’anno bisesto che più funesto non sarebbe potuto essere. E’ stato un Natale raccolto, dimesso, nel segno della compassione verso le tante famiglie colpite, più o meno intensamente, dal Covid.
Per noi, vorrei dire per me, è stato un Natale segnato dalla malattia. Non mia, non dei miei familiari, ma del mio micetto più piccolo: Nerone. Lo chiamai così quando lo vidi, a maggio. Aveva un mese e mezzo ed era tutto nero, occhi color del cielo che poi si sarebbero rivelati gialli e, per di più era nato ad Anzio proprio dove l’imperatore romano aveva fatto costruire una villa. Dunque, chiamarlo Nerone mi sembrava una scelta quasi obbligata.
Saltatore selvaggio, caciarone e vitalissimo se contrapposto all’altro gatto di casa, il bellissimo ed aristocraticissimo Matisse, blasonatissimo Ragdoll. Ti chiamava, Nerone, ti cercava. Con Caruso, poi, adorato bearded collie, erano particolarmente complici. Insieme si divertivano a far danni, mentre Matisse li osservava superiore ed insieme sdegnato in uno dei suoi divani preferiti.
L’ultima foto di Nerone con Caruso, insieme, risale al 29 ottobre. Nemmeno due mesi fa. All’improvviso ha cominciato, Nerone, a respirare male. Sempre più affannato, più stanco, dimagrito. La diagnosi dei veterinari, la mattina del 24 dicembre, è stata lapidaria: linfoma. A nulla servirebbero interventi, chemioterapie. Occorre soltanto attendere, sperando che non soffra. “Non vedrà l’anno nuovo”, mi è stato detto.
La cena della Vigilia abbiamo mangiato con lui sotto il tavolo. Debolissimo, aveva fame e mangiava bene, mangiava tanto. Poi, all’improvviso, all’altezza del secondo ha avuto come un cedimento. Abbiamo pensato al peggio. Invece, con calma e pure con una forza inusitata per un cuccioletto, s’è rimesso in piedi. Ci ha fatto far Natale e Santo Stefano.
E’ morto tra la notte e questa mattina. Ad avvertici che qualcosa non andava è stato Matisse, l’aristocratico. Ha vegliato Nerone finché non è stato trovato privo di vita.
L’ho baciato e accarezzato molto in queste ore, senza esagerare. Anche perché ogni carezza ed ogni bacio rimandavano al pensiero di una sua morte imminente. Mi dispiace, davvero tanto. Non aveva neanche un anno, Nerone. A me sarebbe piaciuto molto vederlo crescere e coccolarlo ancora.
Ciao, cucciolo!
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