Lo sport a Latina, il primo posto del calcio fa ben sperare nonostante la pandemia in corso

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Non tutto è da buttare in questa provincia pontina dai momenti difficili. Fare dello sfascismo, cavalcare la tigre del qualunquismo, è tema di tutti i giorni. Si parla di tutto, la protesta sembra l’unica risorsa al posto della proposta. Le prospettive arrivano puntuali dal mondo dello sport nonostante lo stop forzato a diversi campionati federali, un’ isola che resiste con la pandemia in corso che permette lo svolgimento di discipline individuali e solo di vertice (A e B) per quelle di squadra.
L’impegno dei dirigenti sportivi va preso davvero in seria considerazione, soprattutto la grande capacità di aggregazione. Latina, il capoluogo, era presente in A di baseball, calcio a 5, volley, hockey in line, realtà ora approdate in altri lidi ma resiste bene nel calcio di serie D con il primato in classifica a nel basket di A2. In passato il tennistavolo ha conquistato due scudetti. Gli sport individuali – presenti a tutti livelli – regalano campioni mondiali, europei e italiani, grazie anche ai tre centri di preparazione olimpica di Formia, Sabaudia e Gaeta, disponibili per atletica leggera, canoa, canottaggio e vela, scuole di eccellenza a disposizione dei ragazzi del territorio. Da non trascurare discipline come surf, windsurf, kitesurf, boxe, scherma, gli sport della mente come la dama che ha interessato recentemente il Corriere della Sera e Rai Uno in diretta, il tennis, nuoto, arti marziali. In campo femminile si segnala il boom del calcio come in tutta Italia mente si moltiplicano i club di padel.
A Tokio 2021 andranno in tanti, come a Rio. Latina non demorde anche se tutti non se ne rendono conto, pur tra mille difficoltà nel reperire spazi per allenamenti e partite. Un valore doppio per ogni risultato. Il calcio decolla nuovamente, non si possono dimenticare i tanti campioni arrivati dal capoluogo pontino alla serie A, alla nazionale azzurra pallonara. Qui ha cominciato a lavorare un grande allenatore come Fascetti, che ripeteva spesso: “Mai visto tanti talenti come da queste parti”.
La stessa cosa affermava Renzo Lorenzi, un dirigente che lanciò in orbita Faccenda e Policano. Eugenio Fascetti allenava la Fulgorcavi, lavorava in fabbrica e nel pomeriggio faceva sgobbare i suoi ragazzi a Borgo Piave, un primo binomio vincente tra sport ed industria. Nello Paratore – coach della nazionale azzurra alle Olimpiadi di Roma – guidò per un periodo un club nerazzurro di basket nel 1981: “Portatemi tutti quei ragazzi alti due metri – affermava convinto – non lasciatene a casa nemmeno uno, guai a perderli. Rappresentano un patrimonio inestimabile”.
Così si raccomandava il professore dei canestri ai dirigenti pontini, sapeva di lavorare in terra di veneti, friulani, trentini, dove c’erano fior di spilungoni adatti alla palla a spicchi. Le statistiche spesso sono avare sullo sport di Latina, specialmente quelle di Italia Oggi e del Sole 24 ore. Ma come si fa a non mettere in evidenza un movimento così imponente? Di diecimila praticanti? Pensiamo anche alle 42 palestre scolastiche presenti sul territorio, bisognose purtroppo di interventi urgenti per la messa in sicurezza, dei 19 campi di calcio, dei polivalenti, dei palloni tensostatici. Non sono dati da scartare. Quando sono state proposte le tante cittadelle dello sport da realizzare in zone periferiche non era un’idea sbagliata, considerato clima e posizione geografica della città, adatta a manifestazioni di rango e ritiri precampionato. In primo piano va messo il volontariato, una forma di aggregazione fondamentale. Sono migliaia i dirigenti pontini presenti per ore sui campi, senza nemmeno un piccolo rimborso spese ma rimettendoci fior di quattrini.
Un mondo in movimento quello dello sport, più attivo rispetto a quello politico ed amministrativo, frutto di una città giovane, con tante espressioni interessanti, con voglia di fare, di emergere, anche se talvolta in modo caotico, senza creare polisportive o forme di collaborazione. E gli abbinamenti pubblicitari? Non ci piace chiamarli sponsor o – peggio – sponsorizzazioni, termine orribile adottato dalla lingua italiana. Qui nonostante la gravissima crisi economica attuale, dalla categoria dei pulcini fino ai grandi, hanno sulle maglie il nome di un’azienda locale. Imprenditori, commercianti e artigiani, sono abituati a dare il loro contributo allo sport, è una cultura presente da anni.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.