ROMA – Fatturazione elettronica: gli obblighi in Europa e in Italia. Non tutti i Paesi europei utilizzano la fatturazione elettronica. I più l’hanno introdotta esclusivamente per le transazioni nei confronti della Pubblica amministrazione. All’interno dei confini del continente, è stata proprio l’Italia il primo paese che ha esteso l’obbligo dell’e-fattura anche alle operazioni tra privati.

In Europa, il quadro normativo che regola l’obbligo di emettere fatture elettroniche verso i privati e la Pubblica amministrazione è ancora piuttosto disomogeneo. In diversi Paesi del continente, la fatturazione elettronica è tuttora da considerare come un’opzione e non un obbligo.

Il primo stato europeo ad aver introdotto l’obbligatorietà di documentare digitalmente le transazioni B2B è stata proprio l’Italia. Il nostro è stato infatti il primo Paese a estendere una norma precedentemente valida soltanto per la regolamentazione delle operazioni nei confronti dell’Ente pubblico.

Il tutto è stato reso ancora più facile grazie alla disponibilità di software per la gestione della fattura elettronica come Fatture in Cloud. Il programma consente di creare la documentazione digitale in formato XML, di apporre la firma elettronica qualificata, di inviare i file al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate e di conservarli secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Grazie a un puntuale sistema di notifiche e alert, è possibile ricevere avvisi in tempo reale che informano l’utente sull’approssimarsi di una scadenza o sulla rilevazione di eventuali errori procedurali. In questo modo, professionisti e aziende titolari di partita Iva sono avvantaggiati sia in termini di risparmio di tempo, sia in termini di riduzione del rischio di errore e, di conseguenza, della possibilità di incorrere in sanzioni amministrative.

In Italia, dicevamo, la normativa fiscale prevede che i contribuenti emettano l’e-fattura sia verso la Pubblica amministrazione sia verso aziende e privati che operano in ambito B2B e B2C.

Sebbene sia stato il Portogallo il primo Paese europeo a introdurre l’obbligatorietà delle e-fatture per le transazioni tra imprese, l’Italia è stata invece pioniera nell’estendere tale norma a tutte le compravendite, incluse quelle tra privati. A tal proposito, ci sono due date rilevanti che hanno segnato il cambiamento nel nostro Paese. La prima è il 6 giugno 2014, quando cioè è stata resa obbligatoria la fatturazione elettronica verso le pubbliche amministrazioni. La seconda è il 1° gennaio 2019, che ha sancito l’estensione della stessa all’esercizio tra soggetti privati, in quello che dovrebbe essere un decisivo passo avanti nei confronti della lotta all’evasione fiscale.

Le differenze nella gestione della documentazione fiscale digitale variano tra Stato e Stato, anche all’interno dei confini europei. La non conformità è attribuibile alla mancanza di una normativa europea comune al riguardo. Le direttive UE prevedono infatti che le fatture elettroniche vengano emesse solamente per gli appalti pubblici.

Detto questo, numerosi Paesi hanno progressivamente introdotto l’obbligo dell’e-fattura per le transazioni con la Pubblica amministrazione, al fine di controllare più facilmente le frodi tributarie.


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