SABAUDIA- Caporalato, interviene la Flai Cgil dopo il tragico suicidio di un bracciante indiano a Sabaudia e alle operazioni scattate nelle ultime 24 ore in Italia. Il sindacato parla dell’ urgenza “di contrastare il fenomeno applicando in tutte le sue parti la Legge 199/16, e mostrano anche come sia necessario un provvedimento come quello della regolarizzazione dei lavoratori stranieri in agricoltura”. Questo in riferimento all’esecuzione di 60 misure cautelari rispetto ad altrettanti soggetti rispetto a cui si ipotizzano a vario titolo i reati di associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita, sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione”. Quindi l’intervento sulla tragedia consumatasi a Sabaudia, in località Bella Farnia e denunciata dal giornalista scrittore Marco Omizzolo.

“Regolarizzare – si legge nella nota – significa essere meno ricattabili, significa un lavoro dignitoso ed equamente retribuito, significa spezzare le catene dello sfruttamento in un percorso che per tutti i soggetti coinvolti porta dignità e legalità”. Il bracciante indiano come raccontato da Omizzolo su Il Manifesto, aveva solo 25 anni ed avrebbe deciso di togliersi la vita perché non più capace di reggere ancora la grave situazione di sfruttamento in cui viveva. Si chiamava Joban Singh ed aveva una paga di soli 500 euro al mese dopo averne pagati circa 8mila per venire in Italia a lavorare passando per un trafficante di uomini.

( Fonte Latina Oggi)


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