“È di qualche giorno fa il comunicato ufficiale della Asl per relazionare di visite ispettive al Dono Svizzero di Formia. Quello che si legge ha dell’incredibile e dello sconcertante. In sintesi, all’ospedale di Formia tutto bene, tutto messo in sicurezza. Bisogna agire sul personale sanitario, perché è da lì che proviene il contagio.

Il comunicato conclude con l’ultimo capoverso “…la commissione ha deciso di avviare una ulteriore campagna di sensibilizzazione…al fine di prevenire tra il personale comportamenti a rischio contagio fuori dall’orario di lavoro”.

Quindi, cara Asl, così pensi di aver trovato il tuo capro espiatorio e la soluzione? Non importa se il corridoio del 1° piano, che unisce il Pronto Soccorso alla radiologia non è né un percorso “sporco”, né “pulito”, perché attraversato da pazienti covid e non covid. Non importa se oggi nel nostro pronto soccorso ci sono 4 medici, due infermieri e due ausiliari positivi. L’unica cosa che si dice è “caro personale sanitario dovete stare attento fuori dal posto di lavoro”.

Dal 7 novembre, che chiediamo alla direzione generale della Asl, all’assessore regionale alla sanità, e al presidente della regione di prendere provvedimenti. Eppure i percorsi sono lì, possono facilmente vederli tutti e tutti si renderebbero conto della promiscuità.

Cari ispettori della Asl, in ospedale si è dovuto chiudere prima il reparto di ortopedia, poi medicina e poi cardiologia per sanificare. Molti reparti non hanno personale sufficiente per andare avanti, eppure vanno avanti!

Perché non avete mandato altro personale sanitario per affrontare questa seconda ondata all’indomani della firma dell’ordinanza del presidente Zingaretti che dichiarava il Dono Svizzero “ospedale covid”, era il 5 novembre?

Perché non avete previsto un modulo esterno con TAC per i pazienti covid?

Perché non avete previsto, e continuate a non prevedere, test molecolari, ma solo antigenici, per il controllo del personale sanitario?”.


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