Gli scritti storici di Umberto Eco

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Non conoscere la storia antica significa rinunciare a una bussola fondamentale per il presente.

Eva Cantarella

         Durante la sua intensa attività intellettuale, Umberto Eco ha sempre accompagnato i suoi studi e ricerche filosofiche con un raffinato spirito storico rispetto ai periodi e alle epoche presi in considerazione nei saggi e romanzi. Nella sua carriera Umberto Eco ha associato gli studi storici alle riflessioni teoriche (sempre iniziate da una rilettura dei grandi classici del passato), ed esaminando l’intera bibliografia potrebbe essere definito come uno storico della filosofia e, in generale, uno storico della cultura.

Nel seguire e sviluppare le indagini Eco ha utilizzato, nel suo metodo di ricerca, strumenti interpretativi come la conoscenza storica dei concetti e dei presupposti di ogni epoca, studiata su testi del passato.

Nella Prefazione del libro Il problema estetico in Tommaso d’Aquino (edizione 1970) ha scritto: «Crediamo che l’attualità di un filosofo consista anzitutto nel ritrovarlo uomo del proprio tempo, inserito nella propria epoca, e nel riconoscere l’aderenza delle sue risposte alla problematica che gli fu propria». E nel descrivere la metodologia euristica ha spiegato: «decidevo di chiarire ogni termine e ogni concetto reperito nei testi alla luce del quadro storico in cui questi si erano profilati. Per essere veramente fedele a Tommaso, per non falsarne le parole attraverso il velo frapposto da migliaia di interpreti troppo interessati, restituivo Tommaso al suo tempo; così facendo lo riscoprivo nella sua fisionomia autentica, nella sua verità».

L’attenzione alla storia e al rigore del metodo storico, utilizzato nell’ampia produzione speculativa e letteraria, è riscontrabile oltre che negli studi sul Medioevo anche in altri saggi e nella cura delle antologie ed enciclopedie pubblicate.

Scritti sul pensiero medievale                                                               In questo ponderoso volume Eco ha raccolto acute riflessioni sul Medioevo (epoca spesso liquidata come “età buia”), testimoniando il suo vivo interesse e amore verso questo periodo storico. Il libro presenta scritti tutti già pubblicati ma che l’autore ha riunito per confermare la sua continua attenzione alla filosofia, all’estetica, alla semiotica medievale, sin dall’inizio dei suoi interessi storiografici degli anni universitari.

Nel testo l’autore ha riunito le ricerche sull’estetica medievale e, in particolare, su quella di Tommaso d’Aquino (oggetto della sua tesi di laurea), gli studi di semantica sull’arbor  porphyriana e sulla fortuna medievale della nozione aristotelica di metafora, le varie esplorazioni sul linguaggio animale, sulla falsificazione, sulle tecniche di riciclo nell’Età Media, sui testi di Beato di Liebana e della letteratura apocalittica, di Dante (autore simbolo di quel periodo), di Lullo e del lullismo, sulle interpretazioni moderne dell’estetica tomista, e delle opere giovanili di Joyce.

L’amico e collega Gianni Vattimo ha scritto: «leggere o rileggere questi testi raccolti insieme, spinge a tentare di vedervi la filigrana di una biografia intellettuale che, per l’ampiezza della fama raggiunta dall’autore, va ben oltre l’interesse di una vicenda personale e diventa una sorta di documento d’epoca». Il volume, inoltre, è corredato di numerose tavole fuori testo, organizzate come monografie tematiche che ne rappresentano una preziosa integrazione iconografica.

La definizione dell’arte

I capitoli di questo volume raccolgono testi di estetica scritti durante il periodo che Eco definisce “pre-semiotico”. Nella prima parte si trovano saggi storici e teorici; i primi, che riprendono le definizioni dell’antica estetica indiana, dell’estetica medievale e di alcune correnti degli ultimi due secoli, risentono delle esperienze storiografiche acquisite con le prime ricerche sull’estetica medievale presso la scuola di Estetica di Torino; i secondi, attraverso l’esame di varie posizioni estetiche contemporanee, procedono a una discussione sul concetto di arte, in riferimento alle poetiche dell’avanguardia e alle manifestazioni più estreme dell’arte sperimentale.

La ricerca della lingua perfetta

Il volume fa parte della collana, «Fare l’Europa», diretta dallo storico francese Jacques Le Goff, che ha affrontato temi essenziali della storia europea nei diversi campi: economico, politico, sociale, religioso e culturale. Con questo saggio storico-filosofico e linguistico, Eco, che ha lasciato un segno nella nostra cultura storica, ha tracciato un affascinante viaggio nel tempo per ricostruire come si è evoluta la lingua italiana e quella dei popoli europei, con un’unica matrice di fondo: la ricerca di una lingua universale.

Anche con gli scritti storici, attraverso il rigore assoluto sul piano dei contenuti e delle modalità espressive, Umberto Eco, considerato una figura fondamentale e significativa per gli studi storici, tanto da essere definito come «l’ultimo dei monaci medievali», ha lasciato una grande lezione di stile e di metodo.

 

 


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