Il soffio del vento: I genitori

49

Ci sono due lasciti durevoli che possiamo dare ai nostri figli.        Uno sono le radici. L’altro sono le ali.                                   Hodding Carter, Jr.

         Genitori  sono le persone, in genere un padre e una madre, che generano e trasmettono la vita ai figli e che hanno responsabilmente cura di loro con affetto e premura. I genitori, che costituiscono il nucleo fondamentale della comunità familiare, sono stati e sono, maggiormente oggi nella società contemporanea, oggetto di studi e di ricerche in diversi campi disciplinari, anche molto distanti l’uno dall’altro: pedagogia, sociologia, psicologia, psicanalisi, antropologia, diritto, economia e politica. Questo interesse è dovuto al fatto che i genitori sono da sempre universalmente riconosciuti come figure importanti ed essenziali per la protezione e la sicurezza, la crescita e la formazione di ogni essere umano.                                                                                                                              Nell’attuale società il concetto di genitorialità è totalmente cambiato perché ha assunto aspetti, significati e caratteristiche concrete, diverse rispetto al passato, e  perché oltre ai genitori naturali ci sono genitori adottivi legati ai figli dal vincolo dell’adozione.

Il  termine genitorialità è entrato recentemente nell’uso del linguaggio psicologico per indicare non solo la relazione biologica, ma il processo di promozione e sostegno dello sviluppo fisico, emotivo, sociale e intellettuale di un bambino/a dall’infanzia all’età adulta. Nell’attuale società  la genitorialità non è soltanto uno stato naturale e o volontario e non si configura in un semplice ruolo, bensì si concretizza in una “funzione”, che non coincide necessariamente con la maternità e la paternità biologiche, ma si estrinseca nella «capacità di prendersi cura».                                                                                                                          Un sapiente ed equilibrato comportamento genitoriale, comunque, è caratterizzato dalla volontà e capacità di fornire ai figli stabilità psico-fisica e sicurezza, affetto e autonomia per assicurare un equilibrato e armonico sviluppo della loro personalità.                  Quello dei genitori è un mestiere difficile, perché non si conosce l’esito dei loro sforzi. Nella “contrada storica” in cui viviamo e nella nostra società altamente sviluppata il «mestiere del genitore», la funzione di padre e madre o soltanto di adulti che creano nuovi nuclei di unione, sono tutt’altro che scontati e più ancora tutt’altro che facili.

L’antropologa statunitense Margaret Mead, nell’opera L’inverno delle more, ha dichiarato: «Tutto ciò che una madre e un padre possono attribuirsi a merito, è di non avere guastato il proprio figlio in modo palese». L’impresa più difficile per i genitori è lasciare che le loro speranze per i figli abbiano la meglio sulle loro paure ed ansie che possono disorientare. I genitori non possono essere né troppo autoritari e severi né troppo permessivi e indulgenti, ma possono porsi come guide sicure lasciando, consapevolmente che i figli commettano anche degli errori.                                                                                                           I genitori saggi, pur tenendo conto che le loro intenzioni e azioni e i loro atteggiamenti e comportamenti sono percepiti e assimilati dai figli, hanno come  principale scopo educativo quello di dare, attraverso regole ben precise, il senso del limite, di aiutare a raggiungere indipendenza e autonomia e ad acquisire senso di responsabilità.                                                                                                                                                                          I genitori possono solo dare ai figli buoni consigli e indicare la giusta strada, ma la formazione finale del carattere dipende dai figli stessi e dal loro grado di libertà e autonomia, di indipendenza e responsabilità che riescono a conquistare.

Ha scritto con acume l’educatore Mario Lodi: «Il bambino non è proprietà dei genitori, né della scuola, né dello Stato. Quando nasce ha diritto alla felicità. L’uomo libero non è proprietà di nessuno e non possiede nessuno». Aggiunge Madre Teresa di Calcutta: «I figli sono come gli aquiloni: gli insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo. Gli insegnerai a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Gli insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto».


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteLeale sempre, fedele mai. In memoria di Jole Santelli
Articolo successivoGrosseto: tromba d’aria provoca danni