Quello del maestro d’ascia è un mestiere antico ponzese, si tramanda di padre in figlio. A Ponza ne sono rimasti pochi, nel corso degli anni si sono fatti apprezzare nel mondo della marineria, raggiungendo traguardi prestigiosi.
Nel tempo ci sono stati Paolo Laddomada, poi Giggino Parisi, i Porzio, i Serto.
Paolo Laddomada aveva il cantiere a Giancos, mentre gli altri erano sulla spiaggia di Santa Maria dove si continua una tradizione fatta di competenza e professionalità.
Ciro Iacono costruiva barche – lanze – in un locale sulla banchina Mamozio. Per far uscire le barche dalla porta che era stretta doveva abbatterle sul fianco.
È dai tempi più antichi che l’attività delle costruzioni delle navi è stata considerata al tempo stesso arte e scienza; dal progetto del costruttore fino agli studi pratici dei maestri d’ascia che coltivano l’arte della tecnologia tutto è preordinato. Non esiste una disciplina provvista di basi così sicure ed invariabili, e al tempo stesso, non c’è mai stata una nave uguale all’altra.
I maestri d’ascia, in quanto artigiani, si occupano sia del progetto che della realizzazione del manufatto. Aiutati dalle antiche esperienze e seguendo la tradizione e l’istinto, costruiscono i loro scafi con risultati tuttora apprezzati dal moderno costruttore navale. Nei cantieri artigianali il gozzo viene costruito “a occhio”, con il solo aiuto dell’esperienza e della pratica acquisita attraverso le generazioni. Il modello cresce nelle mani e nella testa dell’esecutore come se fosse una scultura, ricavando da un blocco di legno la forma desiderata. Ogni famiglia di costruttori predilige sostanzialmente una tipologia di forme ben definita ritenendola più adatta e inizia la vera e propria costruzione della barca.
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