La scoperta del vento

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Il vento che rinfresca, che accarezza, che ti parla; 

basta saperlo ascoltare,

conoscere la sua grammatica, la sua sintassi,

il suo immenso, sconfinato bagaglio lessicale.

Il vento che ti porta messaggi di quiete, di serenità, di tranquillità.

Il vento che modella gli alberi, la produzione artistica, le colonne e i capitelli.

Il vento che modifica rocce e montagne, boschi,

che addolcisce l’anima e il cuore indurito.

Il vento che rianima il tuo orecchio.

Il vento da dove viene ? Dove va ? Con chi parla ? A chi si rivolge ?

Il vento del deserto, delle colline, delle montagne, del mare, dell’oceano,

delle chiese abbandonate, dei siti archeologici, delle rovine.

La stranezza è aver perso tutta questa immensa ricchezza,

questo patrimonio, questo  dono. 

Il vento che non si compra, non si vende, non si possiede, non si custodisce,

che non si conserva, non si prende, non si regala

che non pretende nulla in cambio di qualcosa.

Un vento dolce, accarezzevole, gradito, gratuito, disponibile.

Che strano non ascoltarlo, non sentirlo, non saperlo interpretare,

non abbandonarsi a lui.

Un vento che ci culla, ci accarezza, forse qualche volta ci flagella, ci scuote,

ci sveglia, ci aiuta a correre.

Un vento con le sue tonalità, con la sua armonia, con la sua dolce musicalità.

Un vento che libera, che ti invita a pregare, che ti porta gioia, freschezza nell’anima.


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