LATINA – Avrebbe violato il segreto d’ufficio perché, dopo essere stato ascoltato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine sulla ex Pro Infantia, ha parlato al telefono con uno degli indagati, integrando così, secondo la procura, un’indebita comunicazione di notizie che dovevano restare riservate. Per questo l’assessore all’Urbanistica Pierpaolo Marcuzzi, in quota Fratelli d’Italia, è stato rinviato a giudizio e dovrà rispondere dell’ipotesi di reato prevista dall’articolo 436 del codice penale, appunto la rivelazione di segreto di ufficio. Stando a quanto contestato dalla procura di Latina, l’assessore e vicesindaco di Terracina, avrebbe parlato con uno degli indagati nel procedimento per lottizzazione abusiva per l’ex colonia estiva, l’allora dirigente Claudia Romagna, dopo essere stato ascoltato dai magistrati. Circostanza emersa perché tutti gli indagati in quel momento erano intercettati.

A seguito di quell’indagine, dalla quale Marcuzzi risulta estraneo, sono stati rinviati a giudizio, con udienza a gennaio, il dirigente Romagna, il funzionario Roberto Biasini, l’allora amministratore della società Residenze Circe Andrea Ruggeri e il progettista Giuseppe Zappone, per l’ipotesi di lottizzazione abusiva nell’ambito del progetto di demolizione e ricostruzione, autorizzato dal Comune, dell’ex Pro Infantia, per la realizzazione di due palazzine, ai sensi della legge regionale sulla rigenerazione urbana che secondo la procura in quel momento era inattuabile per l’annullamento del Ptpr da parte della Corte Costituzionale. I lavori non sono mai partiti perché i sigilli sono arrivati prima.

Sul suo caso, l’assessore Marcuzzi, sentito al telefono, si dice sereno: «La mia vicenda non riguarda la Pro Infantia. Io sono stato ascoltato come persona informata sui fatti e mi contestano di averne poi parlato al telefono con uno degli indagati. Ma si è trattato di aspetti relativi all’attività amministrativa» dice. «Porterò in udienza tutto quello che ho relazionato in Consiglio comunale». Anche la difesa, rappresentata dall’avvocato Giulio Mastrobattista, tiene a ribadire l’estraneità del suo assistito dai fatti legati al procedimento sulla ex colonia marina: «È una questione avulsa dall’indagine sulla ex Pro Infantia. L’unico reato che contestano a Marcuzzi è di aver rivelato dei segreti di ufficio perché, quale persona informata sui fatti, dopo essere stato sentito dall’autorità giudiziaria, ne avrebbe parlato con uno degli indagati. Di questo deve rispondere e non di fatti legati da cui è risultato estraneo».


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