L’angolo delle curiosità letterarie

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Lo scrittore cerca di intrattenere, di dare piacere, come fanno tutti gli scrittori, di toccare la mente, il cuore, l’anima dei lettori. Lo scrittore cerca di far volare e danzare l’immaginazione. (David Almond)

  Publio Ovidio Nasone (Sulmona 43 a.C. – Tomi 17 d.C.) poeta di successo nella Roma di Augusto, fu esiliato nell’8 e inviato a Tomi sul Mar Nero (l’odierna Costanza in Romania) forse per uno scandalo che coinvolgeva Giulia, la figlia dell’imperator, oppure per l’Ars amatoria che male si conciliava con il programma di rigore morale perseguito in quel tempo dal Cesare Augusto.

  Nella poesia cavalleresca appaiono figure in cui l’amore è opposto al furore bellico: Angelico e Medoro nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, con il rifugio sottratto alle contese e così l’amore d Erminia per Tancredi nella Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.

La storiografia letteraria spesso ha riunito i grandi scrittori in terne. Nel Trecento Dante, Petrarca e Boccaccio; nell’Italia unita Carducci, Pascoli e D’Annunzio, nel Novecento, nel secolo breve, Ungaretti, Saba e Montale.

La fiaba di Cappuccetto rosso ci è giunta in due versioni: quella seicentesca di Perrault con finale tragico (il lupo mangia la nonna, prende il suo posto nel letto e poi mangia anche la bambina), e quella ottocentesca dei Fratelli Grimm con finale edulcorato (sopraggiunge un cacciatore che apre il ventre del lupo e ne fa uscire prima la bambina e poi la nonna inverosimilmente intatte).

Edmond Rostand (1868-1918) autore della commedia “eroica” Cirano di Bergerac, nella quale racconta l’impossibile amore del cadetto dal naso spropositato per la cugina Rossana. esordi come saggista e poeta, ma si dedicò ben presto al teatro su consiglio di Claretie, amministratore della Comédie. In Italia divenne popolare nel 1898.

Marcel Proust non è stato solo il grandissimo scrittore francese di Alla ricerca del tempo perduto. La sua vocazione letteraria si è orientata e precisata a contatto con il mondo della borghesia francese.

L’uomo senza qualità dello scrittore e drammaturgo austriaco Robert  Musil (1880-1942) è un romanzo fluviale e incompiuto che delinea l’affresco di un’epoca.

Il romanzo Quel pasticciaccio brutto di Via Merulana (1957) di Carlo Emilio Gadda, caratterizzato da una prosa sarcastica, mordace, polemica, spesso drammatica, nasce, come scrive Leone Piccioni, nella sua recensione «come racconto a sfondo poliziesco, giallo: c’è stato un furto in un grande palazzo di Via Merulana a Roma, subito dopo accade un delitto: è uccisa a scopo di rapina la giovane signora Liliana. Proprio presso di lei invitato a pranzo si recava di tanto in tanto il personaggio principale, il commissario Ingravallo, (possente figura in cui forse Gadda si è riconosciuto di più)   portandosi dietro i malumori di tutta la sua solitudine. E a lui toccheranno le indagini…»

Per il critico letterario e giornalista Leone Piccioni (Torino 1925 – Roma 2018), che ha avuto una profonda amicizia con Carlo Emilio Gadda, il romanzo Quel pasticciaccio brutto di Via Merulana non è stato solo una capolavoro della letteratura italiana, ma una sfida vinta su tutti i fronti a partire dalla capacità di rendere i luoghi, il palazzo (monade di tutta una società), il quartiere e la campagna romana verso i colli e l’Appia e l’Ardeatina1, veri e propri personaggi

 

 


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